«Odissea a Foligno per l'operazione di mia madre»

«Odissea a Foligno per l'operazione di mia madre»
di Giovanni Camirri Monica Riccio
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Mercoledì 2 Giugno 2021, 10:30 - Ultimo aggiornamento: 12:46

FOLIGNO - In tutti gli ospedali umbri si sta lavorando con grande impegno per tornare al più presto allo standard di qualità e di efficienza operativa in quello che si sta rivelando un post-Covid in molti casi ancora piuttosto difficile da gestire. In questo clima può capitare che qualcosa possa non funzionare o che non tutto rispetti le aspettative di una utenza che, oltre alla malattia, si trova davanti corsie di ospedali in cui si sta riavvolgendo il nastro per riavviare la normale vita di reparto.

È in questo contesto che una anziana orvietana, Livia 86 anni, da Spoleto dove si trovava da mesi ospite della figlia, Catia Antoniella, è dovuta ricorrere alle cure dell’ospedale San Giovanni Battista di Foligno per la rottura di un femore. La donna, secondo quanto riferito dalla figlia, è stata ricoverata nel reparto di ortopedia del nosocomio folignate venerdì 21 maggio e sarebbe dovuta essere operata lunedì 24 maggio. L’intervento però non è stato eseguito, perché a quanto riferisce Antoniella, c’erano state altre urgenze a cui dover dar conto. L’anziana donna quindi, secondo il racconto della figlia, sarebbe rimasta sempre digiuna e preparata per l’intervento ma neanche il giorno dopo, 25 maggio, è stata fatta entrare in sala operatoria dove invece è finalmente arrivata solo nella notte tra il 27 e il 28 maggio. «Nessuno mi ha chiamato per dirmi che mia madre stava per essere operata – afferma Antoniella che per restare accanto alla madre a pranzo e cena aveva eseguito sempre i tamponi previsti – l’ho saputo grazie alla telefonata di una paziente ospitata nella stessa camera di mia madre. E sempre da lei ho saputo quando alle due di notte è stata riportata in camera. Trovo tutto questo inconcepibile».

Catia Antoniella lamenta inoltre disservizi e in generale scarsa cura riservata alla madre, anziana, operata e gravata anche da altre patologie. «Ho trovato le medicine che assume mia madre sul comodino – afferma – e lei da sola non riesce a prenderle. Ho più volte chiesto di parlare con medici e infermieri. Ho sopportato una situazione di poca attenzione, non è stata avviata la fisioterapia, insomma alla fine, ieri, disperata e delusa ho contattato una ambulanza a pagamento, ho firmato per conto di mia madre le dimissioni volontarie e l’ho portata all’ospedale di Orvieto.

Qui – riferisce la donna – è stata accolta con grande umanità, il reparto di transizione si sta prendendo cura di lei anche a causa di una brutta polmonite». In relazione alle lamentele della donna, non si è fatta attendere la risposta dell’ospedale. «La direzione medica di presidio del “San Giovanni Battista” di Foligno – spiega una nota diffusa ieri pomeriggio - ha eseguito una immediata verifica interna e ha contattato telefonicamente la figlia della signora per comprendere in modo circostanziato i motivi alla base della segnalazione. La signora è stata ricoverata nel pomeriggio di venerdì 21 maggio, eseguite le consulenze richieste dai sanitari e le valutazioni preoperatorie, è stata sottoposta a intervento chirurgico il giovedì successivo con susseguente avvio della fisioterapia. In data odierna, primo giugno, era prevista la visita fisiatrica per valutare l’eventuale ciclo riabilitativo da eseguire in dimissione, prevista nei prossimi giorni. Per volontà della figlia la signora è stata trasferita in altra struttura. Il ritardo lamentato dalla figlia nell’eseguire l’intervento è dovuto purtroppo alle 33 urgenze che si sono registrate nella struttura con un blocco operatorio che ha avuto in trattamento 102 pazienti, compresa la signora, nei sei giorni di ricovero. L’azienda Usl Umbria 2 si scusa quindi con l’assistita e con i familiari per i disagi lamentati. Con l’occasione ricorda inoltre che, per segnalare criticità e consentire di affrontare il problema con efficacia e in tempo reale, i cittadini si possono rivolgere direttamente ai responsabili del reparto, coordinatore infermieristico o primario della struttura o alla direzione medica ospedaliera al fine di permettere di trovare una idonea e rapida soluzione. Altra struttura deputata per raccogliere le istanze degli assistiti è l’Urp, l’Ufficio Relazioni con il Pubblico, che può avviare con i servizi un’istruttoria interna a garanzia e tutela dei cittadini». A quanto si apprende, Antoniella avrebbe già contattato la sezione orvietana del Tribunale del Malato nell’ottica di dar corso, nei prossimi giorni, ad una azione ufficiale nei confronti del “San Giovanni Battista”. 

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