Covid, a Perugia contagia due anziani poi morti: badante indagata per omicidio colposo

Il tribunale di Perugia
di Enzo Beretta
3 Minuti di Lettura
Giovedì 9 Febbraio 2023, 09:34

La Procura della Repubblica di Perugia ha indagato con l’accusa di omicidio colposo una badante ecuadoriana di 66 anni ritenuta responsabile di aver trasmesso il Covid a una coppia di anziani ultraottantenni che assisteva in un’abitazione della provincia di Perugia. Moglie e marito, contagiati, pochi giorni più tardi sarebbero morti in ospedale a causa del coronavirus. I coniugi erano stati ricoverati al Santa Maria della Misericordia nel febbraio 2021 quando a casa avevano manifestato i primi sintomi di malessere: in tutti e due i casi gli accertamenti medici hanno evidenziato la presenza di una polmonite interstiziale che nel giro di poco avrebbe portato al loro decesso per «arresto cardiocircolatorio».

Il pubblico ministero titolare del fascicolo, Mario Formisano, nell’imputazione provvisoria redatta dopo aver letto la denuncia presentata dai familiari, contesta alla badante 57enne (difesa d’ufficio dall’avvocato Serena Brachetti del Foro di Perugia) il reato di omicidio colposo e quello di lesioni personali colpose. Si legge che «con colpa consistita in imprudenza e nella violazione delle prescrizioni impartite dalle autorità sanitarie nel corso dell’emergenza epidemiologica da Covid-19» la donna frequentava l’abitazione dei due anziani «benché avesse avuto un contatto con un familiare positivo al coronavirus» e «avesse proceduto ad effettuare un tampone molecolare senza attendere in quarantena il relativo esito». Stando a quanto riportano gli atti giudiziari la donna ha «cagionato la morte» dei due anziani e ha «contagiato» la figlia «incontrata all’interno della casa». Ecco, dunque, la seconda imputazione di lesioni personali colpose.

La badante indagata si era sottoposta il 29 gennaio 2021 al test molecolare, il cui responso è arrivato per email all’indirizzo di posta elettronica del figlio solamente il giorno dopo (il 29 era San Costanzo): positiva.

Per questa ragione i sanitari le avevano impartito l’isolamento domiciliare. Nell’attesa di conoscere il risultato del test, però, l’ecuadoriana si era recata a casa degli anziani per prestare loro assistenza. Trascorrono solamente pochi giorni e in seguito ai malori vengono entrambi accompagnati dai parenti in ospedale. Dove non sarebbero più usciti.

La vicenda è approdata ieri mattina in tribunale. Sono stati sentiti dal giudice per le indagini preliminari Valerio D’Andria il medico legale Anna Maria Verdelli e l’infettivologo Daniele Rosignoli. Diverse le questioni da approfondire in questa vicenda: andrebbe compreso innanzitutto se il contagio è stato provocato dalla badante (sullo sfondo, infatti, rimangono i sospetti più che legittimi legati all’eventuale asintomaticità di altre persone che hanno incontrato i coniugi deceduti). Il marito si è positivizzato prima della moglie che comunque presentava un quadro clinico già complicato da una progressione di Alzheimer, da un’ischemia e dai valori piuttosto alti di diabete mellito. Difficile, per non dire impossibile, perciò ricostruire la catena di contagio. Altrettanto complicato è ipotizzare il nesso causale: i consulenti medici incaricati dal gip sentiti a Palazzo di Giustizia con la formula dell’incidente probatorio hanno espresso le loro interpretazioni nell’udienza a porte chiuse, considerazioni da valutare sulla base delle conoscenze scientifiche dell’epoca e delle disposizioni ministeriali allora in vigore, diverse rispetto a quelle attuali. Finita l’udienza il gip ha rimandato gli atti in Procura (ieri il pm titolare è stato sostituito dalla collega Patrizia Mattei): a questo punto non si può escludere una richiesta di archiviazione delle accuse nei confronti della badante. I familiari dei due ultraottantenni deceduti sono assistiti dall’avvocato Nicola Di Mario.

© RIPRODUZIONE RISERVATA