Michele Mencacci, vice presidente regionale della Società italiana di pediatria: ««Ai dubbiosi dico di fidarsi della comunità scientifica»

Michele Mencacci
di Fabio Nucci
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Sabato 18 Dicembre 2021, 08:45

PERUGIA Partita con grande slancio anche in Umbria, con oltre 200 dosi nel primo giorno, la vaccinazione pediatrica è la nuova arma contro il dilagare del virus. Per Michele Mencacci, pediatra di libera scelta e vice presidente regionale della Società Italiana di Pediatria (Sip), un’opportunità di cui approfittare, alla luce dei dubbi dissipati dalla società scientifica internazionale. Immunizzare i bambini tra i 5 e gli 11 anni è anche una risposta a complicazioni gravi come long-Covid e sindromi infiammatorie.
Dottor Mencacci, che risposta stanno dando le famiglie?
«Più o meno quella che ci attendevamo: una grande richiesta iniziale con le sedute vaccinali iniziate mercoledì subito piene di prenotazioni. Nei giorni scorsi, è stata un’infinita pletora di telefonate di genitori che chiedevano informazioni, non vedendo l’ora che tale vaccinazione partisse. Come accaduto per gli adulti, ci sarà una fase più di stallo e di incertezza, ma poi si ripartirà con ritmi più sostenuti. Tra due settimane dovremo raddoppiare le sedute perché ci saranno da somministrare le seconde dosi».
Anche i dubbiosi chiamano?
«I dubbiosi ci sono e, dico, giustamente visto che si tratta della salute dei loro bambini. In questa fase, tuttavia chi è profondamente contrario alla vaccinazione ritengo che si faccia sentire. La maggior parte dei dubbi è stata inoltre fugata dalla campagna informativa legata alla vaccinazione, dalle informazioni veicolate da siti specifici e in genere dalla comunità scientifica. Quasi costante, invece, la richiesta di informazioni su come prenotare».
Il vostro è un ruolo centrale in questa campagna.
«C’è un calendario gestito dalla Regione che ha aperto slot specifici in Pediatria e come gestione operativa nei distretti c’è il sostegno degli infermieri e degli amministrativi: in quel caso come pediatri andiamo a svolgere il ruolo del medico vaccinatore. Raccogliamo le informazioni e sorvegliamo sulla comparsa di eventuali effetti avversi. Poi c’è anche chi si organizza nel proprio ambulatorio, vaccinando, per una questione assicurativa, solo i propri assistiti. Ma sono pochi casi».
Le è capitato di trattare casi di long-Covid?
«L’esperienza del singolo è poco significativa: per fortuna dei miei mille assistiti, il 10% è risultato positivo e nessuno ha sviluppato forme gravi. Se uno dovesse basarsi su tali evidenze, molti tenderebbero anche a sconsigliare la vaccinazione, ma il riferimento restano le indicazioni che arrivano dalle principali comunità scientifiche, a partire dalla Sip. Valutando l’incidenza totale di long-Covid e di Mis-c, sindromi infiammatorie multisistemiche Covid correlate molto gravi nei bambini, rispetto ai rischi legati al vaccino non ci sono dubbi sul fatto che vaga la pena immunizzare anche i bambini. Non è solo una questione “sociale”».
Il virus si è evoluto anche per come colpisce i bambini.
«Finora ho osservato che quasi tutti non avevano nulla se non un lieve raffreddore e mezza giornata di piccola febbre, ma ora stiamo riscontrando febbre più alta che dura per più giorni. Si rileva, quindi, una modifica del quadro clinico».
L’aumento dei contagi pediatrici è colpa delle varianti?
«I motivi sono molteplici. La Delta è più contagiosa e la Omicron potrebbe esserlo ancora di più anche se, stando agli studi condotti, sembrerebbe più blanda, attaccando meno i polmoni. Antigenicamente però è diversa dalla Delta e il grande dubbio è se la soppianterà o la affiancherà: due situazioni totalmente diverse. Dall’altro lato, la Omicron è sicuramente più contagiosa ma ha un’incubazione più breve, in media di 2-5 giorni. Trattandosi di una fascia, quella 5-11 anni, non vaccinata il virus circola di più ma a questa età, anche a scuola non è facile far rispettare il distanziamento. Tale virus sembrerebbe non circolare solo tramite droplets».
In che senso?
«Avendo una particella più fine, la mascherina chirurgica potrebbe risultare meno efficace rispetto alle varianti precedenti in quanto la quantità di virus presente nel semplice aerosol, in particelle più fini, è maggiore rispetto a quella che si osservava nelle varianti precedenti. La contagiosità, quindi, è maggiore».
Cosa direbbe oggi a un genitore indeciso/dubbioso?
«Di avere fiducia nelle società scientifiche e approfittare di tale opportunità che viene fornita con la vaccinazione».

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