Covid-19, spuntano altri casi sospetti di variante inglese

Covid-19, spuntano altri casi sospetti di variante inglese
di Fabio Nucci
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 20 Gennaio 2021, 07:00 - Ultimo aggiornamento: 07:01

PERUGIA - Sono aumentati i casi di sospetta variante inglese del SarsCov 2 i cui tamponi sono risultati positivi. Di questi, due sono stati pre-analizzati dall’Istituto Zooprofilattico e inviati all’Istituto superiore di sanità che dovrà dare il responso probabilmente non prima di un paio di mesi. Altri ceppi “sospetti”, individuati dal laboratorio di Microbiologia dell’ospedale di Perugia, saranno inviati in settimana allo Zooprofilattico. Nello studio del virus e delle sue mutazioni, pesa nella regione la mancanza di uno laboratorio di genetica medica, l’unica struttura dov’è possibile effettuare il sequenziamento genico del SarsCov 2.
Oltre-Manica, infatti, esiste un centro specializzato dove è possibile sequenziare una grande quantità di campioni, con strumenti e personale specializzato. «Noi possiamo solo dire che quel campione è positivo – ribadisce Antonella Mencacci, responsabile del laboratorio di Microbiologia dell’azienda ospedaliera di Perugia – ma per il sequenziamento genico ci vuole un’apparecchiatura che ha solo l’Istituto Zooprofilattico. L’Iss ci dice di sequenziare ma non abbiamo né la strumentazione, né il personale adatti a farlo». Morale, in Umbria non c’è la possibilità di fare un sequenziamento genico organico, procedura altamente specialistica che richiede anche una determinata tecnologia. «Non è un laboratorio che si può improvvisare», aggiunge la dottoressa Mencacci. Tanto che anche i ricercatori universitari che hanno necessità di fare un sequenziamento genico sono costretti a inviare i campioni in apposite strutture specializzate (a pagamento). «Non ci sono stati finanziamenti e investimenti su questo da parte del Ministero, dell’Iss e della Regione. È una questione di scelte», osserva la dottoressa Mencacci. Eppure il polo ospedaliero di Perugia è stato a un passo dall’ospitare il Centro di genomica. «Se fosse stato attivato questo Centro o un altro centro di genomica avremmo avuto un laboratorio del genere. Per dotarsi di una struttura simile, servono risorse strumentali, tecnologiche e di risorse umane specifiche». A partire dagli ingegneri bioinformatici, ingegneri informatici capaci di decifrare le banche dati dei codici genetici.
Intanto, da prima di Natale, sono cresciuti i tamponi positivi sospetti, di persone che potenzialmente potrebbero aver contratto la variante inglese del SarsCov2. «Alcuni ceppi di virus ci sono e due di questi sono stati inviati all’Istituto superiore di sanità: vedremo cosa ci diranno in merito ma questo temo succederà tra almeno due mesi. Altri ceppi ne abbiamo in frigo, in laboratorio, e questa settimana li invieremo all’Istituto zooprofilattico che li prepara, facendo una sorta di screening, detto in maniera molto semplificata, e in seguito li invierà all’Iss».

© RIPRODUZIONE RISERVATA