Corte dei conti, tutti i mali della sanità e l'omertà: «In Umbria ancora chi sa, non parla»

Rosa Francaviglia, procuratore regionale della Corte dei conti
di Egle Priolo
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Sabato 25 Febbraio 2023, 09:01

PERUGIA - «Il diritto alla salute della collettività locale rischia di essere seriamente compromesso e non soltanto da molteplici disservizi e dall'allungamento delle liste di attesa». Le parole del procuratore regionale della Corte dei conti Rosa Francaviglia cadono come macigni nel silenzio dell'aula magna di Agraria. Nella sua relazione in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario della Corte dei conti dell'Umbria, il procuratore – come già fatto negli anni precedenti in realtà – punta il dito sulle «notevoli criticità» in ambito sanitario «che non incidono unicamente sulla spesa» ma appunto sul diritto alla salute.

Francaviglia parte da lontano e ricorda l'inchiesta Sanitopoli - quella del 2019, anno in cui è arrivata negli uffici al sesto piano di via Martiri dei lager -, sottolineando come «detti accadimenti avevano inevitabilmente inciso su assetti consolidati pluriennali disvelando una struttura di potere capace di incidere pesantemente sulla sanità, che, da sola, come noto, assorbe la gran parte delle risorse finanziarie regionali». «Questo sistema di controllo – prosegue -, improntato a logiche clientelari e profondamente pervasive, aveva condizionato e patologizzato la gestione della cosa pubblica asservendola ad interessi particolari, egoistici e personalistici».
«A distanza di tre anni – attacca il procuratore regionale -, si ribadisce ancora una volta che la sanità pubblica non deve essere smantellata, ma rafforzata e preservata anche combattendo gli sperperi e premiando la meritocrazia». «La Procura regionale - prosegue - ha attenzionato e tuttora attenziona molteplici problematiche in ambito sanitario, di cui le ipotesi di malpractice, di affidamenti illeciti di servizi e di distrazione di fondi a destinazione vincolata, sono soltanto una parte». E non solo. Le parole più pesanti, che hanno aizzato le opposizioni, sono rivolte all'«assoluta inadeguatezza dei controlli regionali sulle strutture private convenzionate che, ancorché stigmatizzata sin dal 2019, non pare affatto sia stata superata nonostante i possibili risvolti erariali».
Senza dimenticare i problemi delle strutture, talvolta così in difficoltà da citare il direttore del reparto di Anatomia e Istologia patologica dell’ospedale di Perugia «punto di riferimento regionale nella lotta contro le patologie oncologiche» che si è visto «obbligato a rivolgere pubblicamente un accorato appello al fine di reperire risorse finanziarie perché si acquisiscano nuove figure professionali e importantissime strumentazioni di biologia molecolare».
E tutti questi macigni fatti cadere in aula magna hanno propagato onde che sono arrivate fino al sindacato e alla forze di opposizione a palazzo Cesaroni. Con la Cgil e la Fp Cgil che rinnovano la loro mobilitazione: «Non è possibile continuare a nascondere la testa sotto la sabbia il nodo delle assunzioni». Dure reazioni anche dei consiglieri regionali Simona Meloni, Michele Bettarelli, Tommaso Bori e Fabio Paparelli (Pd), Thomas De Luca (M5S), Andrea Fora (Patto civico), Vincenzo Bianconi e Donatella Porzi (Gruppo Misto), che esprimono «profonda preoccupazione specie per i rilievi puntuali su “illeciti” che, come è stato detto, “si potranno attualizzare a breve”, circa l’attuazione del Pnrr».
Durante la cerimonia sono state rese note anche le relazioni del presidente della Corte dei conti Piero Carlo Floreani e del presidente della Sezione Controllo Antonello Colosimo che, relativamente al giudizio di parificazione, ha «accertato il superamento, solo parziale, delle criticità segnalate nella relazione allegata alla decisione di parificazione del rendiconto 2020.

La Sezione ha preso atto degli impegni rinnovati dall’Amministrazione regionale in occasione del contraddittorio orale, auspicando la conclusione in tempi brevi della definitiva conciliazione dei rapporti finanziari».

QUATTRO ESPOSTI AL GIORNO

Milletrecentotrentuno. Quasi 4 al giorno. È il numero degli esposti e delle segnalazioni che in un anno sono arrivati alla procura regionale della Corte dei conti. Tanti o pochi? Dipende. Perché le segnalazioni, per far partire indagini o aprire procedimenti, devono essere fatte bene, oltre a non essere ovviamente mendaci o strumentali. «Deve rilevarsi ancora una volta che, analogamente a quanto già evidenziato nelle precedenti relazioni per l’inaugurazione dell’anno giudiziario – ha detto ieri il procuratore regionale Rosa Francaviglia -, in Umbria non soltanto si è scarsamente inclini a denunciare illeciti erariali, ma anche laddove gli esposti vi siano, trattasi per lo più di succinte ed alquanto generiche segnalazioni anonime o di sedicenti privati che non consentono l’apertura di fascicoli istruttori in difetto dei presupposti codicistici». Oltre a chi poi confonde il ruolo della magistratura contabile con quello del Tar, Francaviglia spiega che «nel 2022 è emersa una fenomenologia massiva di denunce dal tenore delirante e farneticante destinate all’archiviazione immediata». Gli esposti, poi, a volte hanno chiaramente «fini ritorsivi», mentre il procuratore auspica «un’inversione di tendenza, perché la percentuale di apertura delle istruttorie (il 12,84 per cento nel 2022, ndr) costituisce un indice alquanto significativo, nella migliore delle ipotesi, di un diffuso atteggiamento di inerzia o di rassegnato silenzio da parte di coloro che, benché a conoscenza di fatti o situazioni meritevoli di denuncia, preferiscono soprassedere».

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