Coronavirus, dopo due mesi meno di 100 positivi

Coronavirus, dopo due mesi meno di 100 positivi
di Fabio Nucci
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Lunedì 18 Maggio 2020, 08:00
PERUGIA - Dopo due mesi, la curva dei contagi è tornata sotto cento casi confermando il trend iniziato il 5 aprile quando l’Umbria, con 1.140 attualmente positivi, ha vissuto il picco dell’epidemia. Oggi il dato è a quota 94, con due nuovi casi in un giorno e ricoverati stabili. Ma a tenere banco è ancora il tasso di contagio elaborato dall’Istituti superiore di Saanità e che il Ministero della Salute ha inserito nella pagella delle regioni che inchiodano l’Umbria a status di “osservata speciale”.
Ieri è arrivato il chiarimento dell’Iss su quell’indice a 1,23 secondo il quale nella regione serve meno di un malato per avere un altro contagiato. «L’indice di contagiosità non è una pagella ma un segnale da interpretare insieme ad altri dati», ha scritto ieri l’Istituto spiegando che «in regioni come Molise ed Umbria, che restano aree del Paese a bassa incidenza di infezioni da Covid-19, anche piccole oscillazioni dei numeri, dovute verosimilmente a un aumento dei tamponi eseguiti, possono comportare variazioni in singoli parametri particolarmente sensibili, come l’Rt». Un paradosso legato alla maggior copertura dei sistemi di sorveglianza, «capace di intercettare i casi e adottare le misure adeguate per limitare la diffusione del contagio». L’Umbria in effetti vanta 45 persone testate ogni mille abitanti mentre la media nazionale è di 31 mentre ieri sono stati conteggiati altri 786 tamponi il cui totale è salito a 55.956.
L’elevato indice di contagiosità è tuttavia frutto anche dei bassi numeri. Come spiegato da Roberto Pancrazi, esperto di teorie macroeconomiche e quantitative, originario di Sansepolcro, associato dell’Università inglese di Warwick. «Non si può usare il concetto di crescita percentuale quando i numeri sono molto bassi. La formula di Rt è utile laddove ci sono numeri alti, ma se i casi sono pochi è fuorviante». Un esempio è dato dall’andamento della media settimanale dei nuovi contati, indicatore che negli ultimi tre giorni era rispettivamente 2, 1,9 e 2,50 con variazioni rispettive di +7, -27 e +9%. «Piemonte e Lombardia – aggiunge Pancrazi – hanno ridotto di molto i nuovi positivi ma restano, rispettivamente, con una media di 470 e 140 casi giornalieri. Per quelle regioni dove la variazione di casi al giorno si contano sulle dita di una mano danno vita a cambiamenti percentuali, e quindi di Rt, molto grandi».
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