Coronavirus, i dettagli dell'accordo
in soccorso degli ospedali

Il laboratorio dell'ospedale Santa Maria della Misericordia a Perugia
di Federico Fabrizi
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Giovedì 2 Aprile 2020, 09:11
PERUGIA Dentro anche le riserve. Con 218 ricoverati Covid-19 divisi in sei ospedali della regione, il tesoretto di 300 posti letto e 400 operatori della sanità privata diventa una risorsa decisiva. Per questo Palazzo Donini ha di fatto chiuso l’intesa con le organizzazioni delle cliniche convenzionate. Il via libera è stato comunicato dalla governatrice Tesei ieri mattina in una lettera inviata ai sindacati Cgil, Cisl e Uil, che insieme a diversi consiglieri regionali di opposizione avevano spinto per un accordo rapido. Alcune strutture nei giorni scorsi erano arrivate sul punto di chiedere la cassa integrazione per alcuni operatori: un assurdo nel pieno dell’emergenza.
A questo punto Porta Sole, Lami, Clinica Liotti e Villa Fiorita potrebbero essere tra le prime ad entrare in campo nella battaglia contro il coronavirus. I privati metteranno a disposizione spazi per l’assistenza dei pazienti in fase post-acuzie e per la riabilitazione, liberando stanze negli ospedali pubblici che saranno riattrezzate per ospitare i pazienti Covid-19. Alcune scelte sono già a buon punto: l’edificio della clinica Porta Sole, in centro storico a Perugia, potrebbe ospitare i casi di coronavirus clinicamente guariti ma ancora positivi al tampone. L’obiettivo è chiaro: ridurre il più possibile l’isolamento in casa perché non funziona e spesso proprio nello spazio domestico si determina il contagio tra familiari. 
Ma la gestione degli spazi in corsia resta uno dei fronti più difficili della guerra al virus: il numero dei ricoveri ieri è sceso ancora di uno, da 219 a 218, ma è tornata a salire la cifra dei pazienti in Terapia intensiva: da 43 a 45, precisamente 19 a Perugia, 14 a Terni, 7 a Città di Castello e 5 a Orvieto. E nel pomeriggio è stata registrata un’altra vittima: un uomo ricoverato all’ospedale di Città di Castello. Il tragico conto dei morti da coronavirus in Umbria sale così a quota 38. 
L’emergenza non è finita e l’assessore regionale alla Sanità Luca Coletto spinge per aumentare ancora gli spazi di Rianimazione, riassestando le strutture. Per questo l’intesa con i privati può essere d’aiuto. «A breve, se continua la fornitura di ventilatori, tra quelli che riusciamo a recuperare noi e quelli che ci arrivano dalla Protezione civile dovremmo arrivare a superare i 130 posti di terapia intensiva - ha spiegato ieri Coletto all’Ansa il nostro ’obiettivo sarebbe di arrivare a 150 per dare tutte le garanzie necessarie e sufficienti e garantire interventi in emergenza qualora ce ne fosse bisogno anche se ci auguriamo che non avvenga».
PIÙ CONTROLLI
Intanto proprio ieri i consiglieri regionali del Pd Fabio Paparelli e Tommaso Bori hanno inviato in una lettera alla governatrice Donatella Tesei per segnalare la situazione delle case di riposo per anziani dell’Umbria: «Assistiamo ad una strutturale mancanza di controlli da parte delle due Asl, sono necessari interventi da parte della Giunta e occorre l’attuazione di un unico protocollo regionale».
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