Coronavirus, pazienti umbri nelle Marche: si stringe per l'accordo

Coronavirus, pazienti umbri nelle Marche: si stringe per l'accordo
di Federico Fabrizi
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Domenica 15 Novembre 2020, 07:51 - Ultimo aggiornamento: 08:16

PERUGIA- Otto morti nell’arco di 24 ore. E’ uno dei dati che fanno più paura nella battaglia al Covid. Il numero delle vittime in Umbria dall’inizio della pandemia arriva cosi a 242. L’ultimo bollettino diffuso dalla Regione riporta 579 nuovi contagi con 4.699 tamponi analizzati. Sono due i nuovi ricoveri (429 rispetto ai 427 di sabato) nessuno in più in terapia intensiva (restano 68 i letti di rianimazione Covid occupati negli ospedali umbri).
IL PIANO
E si stringe sul piano di salvaguardia che la Regione conta di approvare nella giornata di domani: tra le ipotesi anche un accordo tra Umbria e Marche per i posti letto di terapia intensiva. Ieri è stato svolto un sopralluogo dei tecnici di Palazzo Donini al centro fieristico di Civitanova Marche, un progetto a cui aveva lavorato proprio Guido Bertolaso la scorsa primavera.
L’Umbria richiederebbe uno spazio con 40 posti letto (forse nel padiglione 4), in cambio di un supporto di attrezzature e personale. Alla fine si potrebbero chiudere l’intesa per una trentina di posti letto.
I DATI
I dati del contagio dicono che dopo il calo di venerdì torna a salire la cifra degli attualmente positivi, passati da 10.395 a 10.781. Nel tempo di una giornata sono stati registrati anche altri 185 guariti (7.196 in tutto dall’inizio della pandemia). Tra i guariti anche tre giocatori della Sir Safety Perugia: Oleh Plotnytskyi, Thijs Ter Horst e David Sossenheimer sono tornati negativi.
E da registrare nella giornata di venerdì all’ospedale di Città di Castello la morte di due pazienti Covid: un uomo di 81 anni di Spoleto e una donna di 85 di Passignano sul Trasimeno.
ANCI: «AIUTI PER LE FAMIGLIE»
Ma all’emergenza sanitaria si affianca quella economica. Anci Umbria torna a chiedere misure per sostenere le famiglie in difficoltà: «Il prolungarsi di questo stato di emergenza sta acuendo disagi che avevamo già registrato durante la prima fase dell’emergenza e che ora si sono intensificati - rimarca il presidente di Anci Umbria, Michele Toniaccini - dobbiamo occuparci delle nuove emergenze e sostenere le famiglie che ne hanno bisogno».
A fine marzo scorso l’Umbria aveva ricevuto una dotazione di risorse per i 92 Comuni di 5 milioni e mezzo di euro che alcuni degli stessi enti locali avevano integrato con fondi propri. In quell’occasione, la maggior parte dei Comuni aveva adottato il sistema dei buoni spesa.
Già allora, diversi Comuni avevano dovuto chiudere gli avvisi rivolti alla cittadinanza per esaurimento delle risorse disponibili. Per il 12 per cento dei richiedenti questo era successo nell’arco di appena 20 giorni di aprile.
«SPOSTAMENTI IN PROVINCIA»
E il presidente del consiglio regionale Marco Squarta lancia la proposta di «Consentire agli umbri spostamenti nelle aree delle province di Perugia e Terni anziché limitarli all’interno dei singoli comuni... l’Umbria è in zona arancione - spiega Squarta - ma le caratteristiche della nostra regione sono molto diverse rispetto a quelle di altri grandi centri urbani e metropoli del nostro Paese». La stessa proposta era stata evidenziata dai presidenti delle Regioni nel confronto con il Governo, ora la speranza è che diventi una richiesta al governo di tutte le forze politiche.
«Ristori e aiuti non dovrebbero essere riservati soltanto alle realtà imprenditoriali che si trovano nella zona rossa perché - dice Squarta - a ben vedere, con l’impossibilità per i cittadini di spostarsi da un comune all’altro migliaia di aziende della nostra regione, rientrante nella fascia con livello di rischio alto, pur non essendo obbligate ad abbassare le saracinesche sono state fortemente danneggiate».

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