«Le botteghe sotto casa», Grifoni racconta quarant'anni di storia cittadina

Sergio Grifoni
di Ilaria Bosi
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Giovedì 3 Dicembre 2020, 19:00 - Ultimo aggiornamento: 19:11

SPOLETO - Dagli scherzi de Lu Lozzu agli equivoci di Violino, passando per le storie appassionanti di realtà e professioni consegnate ormai alla storia. Si chiama «Le botteghe sotto casa» ed è il nuovo libro scritto da Sergio Grifoni, un passato da amministratore, sempre in prima linea con l’Avis, portavoce del City Forum, ma soprattutto grande appassionato della città e della sua storia. Il libro, in distribuzione da oggi in tutte le edicole e in diversi punti vendita della città, racconta una Spoleto che non c’è più.                                                          In 450 pagine e più di 900 immagini (di cui molte inedite) Grifoni fotografa con la scrittura il tessuto economico e sociale del centro storico, all’epoca la parte più rappresentativa (ma anche ricca e abitata) della città. Un racconto romanzato, che è frutto di tante testimonianze e aneddoti e che abbraccia un arco temporale che va dagli anni ’50 agli anni ’90. L’espediente narrativo è quello della passeggiata, che lo stesso autore fa per le zone del centro storico. Il viaggio alla riscoperta di luoghi, botteghe e personaggi inizia dalla strada Romana. L’autore sale lungo Monterone (all’epoca cuore pulsante del centro), si affaccia in via Campo dei Fiori (all’epoca definita Croazia, «perché ci abitavano diversi comunisti») e sale fino a Piazza de Foro, che è l’attuale Piazza del Mercato, cuore dell’economia dell’acropoli.

Da Piazza de Foro a Piazza de Campo (Piazza Garibaldi) si snodava l’anima della città, con botteghe, anche artigiane, che erano dei veri e propri punti di ritrovi. La socializzazione, in quegli anni, avveniva tutta lì lungo le piazze e il «Viale della Valle», come veniva chiamato il percorso che da Piazza del Mercato, scendendo appunto a valle, arrivava fino a Piazza Garibaldi. Ed è qui che l’autore cade in un sonno profondo: stavolta è attraverso il sogno che viene raccontata la vita sociale fuori le mura, commercialmente più sbiadita, ma con tanti spaccati accattivanti. Il sogno prosegue nelle frazioni: ancora botteghe, storie, personaggi. Quando il protagonista si risveglia, si è nel bel mezzo degli anni ’90. Il tragitto viene percorso a ritroso e, attraverso il Giro dei Condotti, arriva a San Ponziano: le botteghe rimaste sono poche, tra i tanti garzoni qualcuno ha fatto strada, rilevando l’attività in prima persona. Poi ci sono i figli, i nipoti e tanti altri personaggi da raccontare. «Ci ho lavorato 4 anni – ha detto Grifoni – e il periodo in cui trovare immagini di vita quotidiana è quello tra il ’50 e ’65. Si era agli albori del Festival e forse la curiosità della città era tutta concentrata in questa affascinante novità. Il ricavato del libro, coperte le spese, andrà all’Avis.

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