PERUGIA - Ottanta positivi su 10.723 tamponi effettuati nelle farmacie private tra la popolazione studentesca e il personale delle scuole. Questo l’aggiornamento a ieri del report sui test diagnostici rapidi effettuati nelle farmacie umbre. Il totale dei test è di 14.561 (in farmacia possono farli anche i normali cittadini) e il totale dei positivi pari a pari 181.
CASO XX GIUGNO
La ordinanza del sindaco Romizi che disponeva la chiusura per sette giorni delle scuole d’infanzia e primaria XX Giugno dell’IC Perugia3 sta scadendo e lunedì diverse classi del plesso dovrebbero riprendere le lezioni.
Al XX Giugno é stata una prova generale del programma tampone a “tempo zero”? «I test sono gli stessi ma le motivazioni sono diverse. Quello del XX Giugno è stato uno screening per fotografare una situazione più ampia anche per venire incontro alle preoccupazioni di tutti. Quello che faremo con il piano che partirà nei prossimi giorni è comunque indirizzato alla singola classe e il caso positivo porterà a un intervento sul suo gruppo classe. Ciò non toglie che anche in altri casi, se lo riterremo opportuno per qualche situazione particolare ripeteremo gli screening su tutto l’edificio perché è meglio andare a vedere piuttosto che rimanere nel dubbio». A proposito del non alimentare dubbio, sull’iniziativa della preside del liceo classico Mariotti di Perugia (non mandare a scuola gli studenti che hanno fratelli o sorelle in quarantena), non rientrando nelle procedure Abbritti non può esprimere giudizi. Però si limita a ricordare, e non è poco, in che cosa consista la quarantena. «Noi disponiamo la quarantena e ciò dovrebbe significare che chi è in quarantena deve stare nella sua stanza isolato dai familiari che, se fosse positivo, rischierebbero di contagiarsi. Invece per una serie di motivi non sempre avviene: in qualche caso c’è scarsa comprensione del termine quarantena, poi è vero che i bambini di 6-8-10 anni è difficile tenerli isolati. Così capita che vengano lasciati con i nonni e questo è l’obbrobrio della prevenzione; poi stanno a contatto in continuazione con tutti i familiari, fratelli compresi che il giorno dopo vanno a scuola con il rischio, se diventano positivi, di contagiare i compagni». Come dire la norma non c’è ma il buon senso ha il suo valore.