Coronavirus, cosa chiedono gli studenti
per fare l'esame di maturità durante la Fase2

Dalla Cina l'esempio di come riaprire le scuole e come tenere gli esami
di Remo Gasperini
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Domenica 26 Aprile 2020, 09:11
PERUGIA «Se ripenso all’ultima lezione in classe mi vengono i brividi. Con la nostra ottima prof d’Italiano abbiamo fatto Pirandello: l’uomo che si nasconde dietro una maschera. Questa lezione non la scorderò mai perché è stata per me l’ultima in presenza alle scuole superiori e perché poi la maschera l’abbiamo messa veramente». Mattia Vagnetti, 19 anni il prossimo giugno, studente dell’Itas Giordano Bruno classe 5B del corso Chimica Materiali Biotecnologie e vice presidente della Consulta provinciale degli studenti, non concede tanto altro all’aspetto sentimentale. «La scuola mi manca, ci manca a tutti perché stare insieme è fondamentale» dice marcando le parola, ma a 50 giorni dall’esame di maturità i pensieri vanno sul concreto: la didattica a distanza, la preparazione a singhiozzo, l’incertezza sulle modalità di esame. Nessuno resti solo è lo slogan inseguito e perseguito da tutte le scuole, ma la realtà quotidiana racconta di un obiettivo lontano ancora non raggiunto. «In teoria abbiamo da due a quattro lezioni al giorno – racconta Mattia che ha un quadro generale ben chiaro avendo contatti continui con i colleghi della sua consulta di Perugia, con quella di Terni e anche con il coordinamento nazionale -, ma di problemi di collegamenti ce ne sono moltissimi da noi come altrove. Ci sono zone senza fibra e fare lezione è difficilissimo con i colleganti stabili sia per noi che per i docenti. Noi dell’Itas, ma il problema è diffuso, abbiamo anche dovuto scrivere al sindaco di Corciano Betti perché nella zona di Mantignana, Migiana e Capocavallo abitano diversi docenti e non c’è fibra. Fare lezione spesso è impossibile, come l’altra mattina che il collegamento della prof saltava in continuazione. Il sindaco si è attivato, interpellerà la Regione ma ritiene che non sarà facile risolvere a breve il problema che si ripresenterà anche a settembre». Dunque collegamenti a singhiozzo come pure la didattica… «Meno male che abbiamo la grande disponibilità dei professori e anche degli studenti. Anch’io sono rimasto sorpreso da molti compagni che hanno tanta costanza e pazienza nell’aspettare i collegamenti e sono puntuali nella consegna dei lavori. E questo è un atteggiamento generale, questa difficoltà ha alzato il livello di attenzione anche se non ci sono gli effetti sperati». Preparazione a singhiozzo e anche valutazione problematica… «Certo, i professori con le interrogazioni telematiche sono in difficoltà anche nella valutazione che per noi è importante. Non ci sono linee guida e le scuole navigano un po’ a vista. E poi c’è il problema dei crediti che sono fondamentali per la valutazione finale. Molti non li abbiamo potuti consegnare, fortunatamente noi col preside Materia abbiamo trovato una buona intesa». Uno dei buchi rimasti scoperti è quello della attività di laboratorio… «E non è un aspetto marginale visto che oltre la metà degli studenti umbri frequenta istituti tecnici dove si sta in laboratorio quasi per la metà delle ore. Io non ci metto piede da febbraio e come tutti non ho potuto fare quella pratica indispensabile e anche utile compresi gli errori. Avremo tutti una preparazione lacunosa sotto l’aspetto professionale per chi va subito al lavoro e un handicap per chi va all’università. Il vedere come si fa in video serve a poco». Ed eccoci all’esame… «Viviamo nell’incertezza ed è davvero sconfortane sia per noi che per i professori. Abbiamo bisogno di sapere prima possibile, entro la prossima settimana e non il 18 maggio le modalità di esame, le linee guida. Noi auspichiamo la formula con una tesina sulle materie già decise e un colloquio orale in presenza. Sì possiamo farlo con i sette membri della commissione e un candidato per volta rispettando tutte le cautele: distanze, mascherine guanti, turni di presenza. Per questo ci stiamo battendo a livello regionale e nazionale». Insomma Mattia e i suoi compagni maturandi vogliono chiudere questo loro lungo percorso scolastico iniziato alle elementari tredici anni fa guardandosi negli occhi con i loro docenti. Da maggiorenni maturi. Remo Gasperini
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