Virus, ecco i comuni rossi dove non si va a scuola: lezioni solo in Dad

Virus, ecco i comuni rossi dove non si va a scuola: lezioni solo in Dad
di Federico Fabrizi
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Martedì 2 Febbraio 2021, 07:59 - Ultimo aggiornamento: 10:33

PERUGIA- Hanno obbedito. Quasi tutti. Oggi in 23 dei 31 comuni definiti “a rischio” le scuole resteranno chiuse. E da domani si aggiungeranno anche Marsciano e Città dellaPieve. «Adottiamo questa misura nel rispetto di quanto l’autorità sanitaria impone – precisa il sindaco marscianese Francesca Mele, che ha accettato di “piegarsi” solo ieri sera – pur nella consapevolezza che la situazione nelle scuole del territorio non presenta particolari elementi di criticità e nella convinzione che, visto il ruolo fondamentale che la scuola assolve, sarebbe stato più opportuno, piuttosto che sospendere indistintamente tutte le attività in presenza delle scuole primarie e secondarie, procedere con eventuali interventi mirati nei singoliplessi. «La mia ordinanza prevede la chiusura delle scuole a partire da mercoledì, perchè voglio lasciare un giorno di tempo in più alle famiglie per organizzarsi», spiega il collega Fausto Risini di Città della Pieve. Quindi da questa mattina, didattica a distanza a Perugia, Foligno, Gubbio (con l’eccezione che il sindaco Stirati ha firmato l’ordinanza solo per una settimana), Magione, Passignano, Tuoro, Panicale, Castiglione del Lago, Corciano, Fratta Todina, Deruta, Collazzone, Torgiano, Giano, Sellano,  Bevagna, Montefalco, Valtopina, Spello, Nocera Umbra, Gualdo Cattaneo, Trevi e Amelia. Scuole aperte, invece, a Piegaro, San Venanzo, Sellano, Lugnano, Attigliano, Calvi e Montegabbione. I provvedimenti di chiusura degli istituti scolastici sono stati firmati ieri dai sindaci al termine di una riunione piuttosto tesa alla quale hanno partecipato i primi cittadini dei comuni “a rischio” e durantelaquale il Servizio igiene e sanità pubblica territoriale ha «richiesto di adottare provvedimenti urgenti finalizzati al contenimento della diffusione del virus... fra cui la sospensione dell’attività didattica in presenza», accanto alle misure già annunciate nei giorni scorsi che prevedono il coprifuoco alle 21, il divieto di consumare bevande all’aperto e l’obbligo di fare laspesasolo unavolta algiorno.

Ieri una pattuglia ben nutrita di sindaci proponeva un’altra strada: lasciare a casa soltanto la seconda e terza media. Però quel verbo messo nero su bianco dai vertici del sistema sanitario «si richiede... di adottare provvedimenti», ha fatto scattare lo stop, seppure con qualchefrizione. I sindaci del Lago, quasi tutti, hanno piazzato una nota identica nelle pagine Facebook dei rispettivi municipi: «Ci adeguiamo, ma continuando a nutrire perplessità sulla forma e sul merito del provvedimento...». Fa meno notizia la posizione di altri sette municipi più piccoli (Piegaro, San Venanzo,  Lugnano, Attigliano, Calvi e Montegabbione) in cui nonostante alcuni numeri da arancione scuro proseguiranno le lezioni in presenza: per i comuni di taglia small, sotto i 5mila abitanti, infatti, ieri il direttore regionale della sanità Claudio Dario e il commissario all’emergenza Massimo D’Angelo presenti al confronto con i sindaci hanno ribadito l’opportunità «di un’analisi di contesto con evidenza delle specifiche misure di gestione della situazione epidemica da condividere con i primi cittadini». Perché gioco forza in piccolo borgo le percentuali possono salire verso l’alto anche con numeri del contagio bassiinvalore assoluto. Alla fine, il ruolo del paciere tocca al presidente Anci Michele Toniaccini: «Abbiamo evidenziato che qualora le condizioni epidemiologiche dovessero consentirlo, inaccordo con leautorità sanitarie locali, si potrà procedere a una revisione del provvedimento ed è stato chiesto che ci siano maggiori controlli, oltre a quelli effettuati dalla polizia municipale, per non vanificare le misure restrittive adottate». La buona notizia arriva da Norcia, comunque fuori dal blocco dei 31 “a rischio”: da oggi scuole riapertedopolostopdi ungiorno.

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