Ospedali, il ricorso di Spoleto rischia di paralizzare l'emergenza

Il sindaco di Spoleto De Augustinis e la presidente della Regione, Tesei
di Federico Fabrizi
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Martedì 27 Ottobre 2020, 07:50

PERUGIA - Un braccio di ferro in piena regola tra la Regione il Comune di Spoleto. In mezzo c’è il piano di riassetto degli ospedali umbri, disegnato per far fronte all’emergenza sanitaria, con 70 posti Covid al San Matteo degli Infermi che ora rischiano di saltare. E se andrà così, subito dopo potrebbe finire a gambe all’aria pure la giunta di Spoleto, già sulle montagne russe da mesi e con dieci consiglieri di maggioranza (tre di Fdi, tre civici di centrodestra, tre leghisti e un’azzurra) sempre più distanti dal loro primo cittadino. Perché sanità e politica si sono ormai confusi in una battaglia senza esclusione di colpi.
Il termine di una giornata da scontro totale è la sistemazione del punto di “Primo intervento” dell’ospedale di Spoleto nei locali del Pronto soccorso. Una mano tesa da Palazzo Donini che forse - ma forse - basterà appena per una tregua armata.
LA GIORNATA
Il siluro di De Augustinis arriva a metà mattina: ricorso al Tar del Comune di Spoleto per chiedere di sospendere l’ordinanza firmata giovedì dalla governatrice con cui viene “riassestato” il San Matteo degli Infermi in modalità “prima linea contro il virus”. «Istruttoria carente... mancanza di leale collaborazione tra enti», e poi quella mossa della Asl 2 di ridimensionare il Pronto soccorso: queste le principali motivazioni con cui dalla Rocca chiedono ai giudici del tribunale amministrativo di cancellare l’atto della Regione.
A mezzogiorno la governatrice con accanto l’assessore Coletto schiera in conferenza stampa i vertici della sanità regionale per «rassicurare» Spoleto: «Queste decisioni sono necessarie per far fronte alla pandemia e al termine dell’emergenza i servizi saranno ripristinati... lo garantisco io - scandisce Tesei - tutti gli ospedali umbri sono coinvolti nell’emergenza... la struttura di Spoleto uscirà rafforzata... confido nell’incontro che avrò oggi con De Augustinis, che stimo...». Ma il primo tentativo di pace a distanza va completamente a vuoto.
Il secondo approccio arriva nel pomeriggio a Roma. De Augustinis è nella Capitale già dalla giornata di venerdì, la governatrice arriva lì anche per altri impegni istituzionali. Il confronto è tesissimo. Il sindaco batte sul Pronto Soccorso e sul Punto Nascita ed è inferocito per la mancanza di confronto, la presidente rimarca la necessità di un riassetto di tutti gli ospedali della regione, Spoleto compreso, in tempi strettissimi per la condizione di «grande emergenza».
In serata la Asl 2 prova a metterci una toppa: il “Primo intervento non Covid” va nei locali del Pronto soccorso; invece il “Primo intervento Covid” andrà dov’è il Cup; e negli spazi della Rsa sarà day hospital oncologico. De Augustinis ci riflette un po’, ma sceglie di non cedere, così detta una nota che tiene il punto: «Disponibilità tardiva e parziale della presidente al confronto...». Il ricorso al Tar resta.
Oggi Donatella Tesei incontrerà il “city forum” spoletino, l’associazione chiede tutela del Punto nascita e del Pronto Soccorso, garanzia di mantenere un presidio di emergenza urgenza e di poter partecipare alla discussione sull’integrazione dei servizi con Foligno. Tre punti su quattro dovrebbero essere di fatto concessi per avere la pace.
Resta il fatto che quei 70 posti letto Covid a Spoleto sono un pezzo del piano regionale di emergenza difficile da sostituire, ma ora l’avvocatura regionale dovrà difenderli in tribunale.

Il sindaco De Augustinis, invece, dovrà fare i conti con la sua maggioranza in consiglio comunale. La contropartita per il via libera al bilancio potrebbe essere un rimpasto di giunta. I generali di Lega (Virginio Caparvi) e Fdi (Franco Zaffini) guardano e aspettano. E stamattina in consiglio regionale la presidente Tesei farà «comunicazioni sull’emergenza Covid», come l’opposizione attendeva da tempo

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