Coronavirus, record di casi positivi in città
superata per la prima volta quota cento

Coronavirus, record di casi positivi in città superata per la prima volta quota cento
di Corso Viola di Campalto
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Venerdì 25 Settembre 2020, 08:59 - Ultimo aggiornamento: 09:42
Il numero di persone positive al Covid-19 ha superato a Terni il tetto dei cento casi, precisamente 102. Record negativo dall’inizio dell’emergenza epidemiologica (il dato più alto fino a ieri era stato raggiunto il 20 settembre scorso con 97 casi). ieri si sono registrati otto nuovi casi e non ci sono state guarigioni. Con la curva che è tornata a salire pericolosamente. Numeri che sembrano far presagire che siamo vicini alla seconda ondata tanto temuta. Si tratta soprattutto di cluster familiari, con nuclei interi colpiti dal Coronavirus. Casi importati dai luoghi delle vacanze o di lavoro. Tra gli ultimi contagiati, che hanno effettuato il tampone al Santa Maria, l’assessore regionale Enrico Melasecche e due suoi giovani collaboratori. E sono quasi trenta i contatti stretti dei tre che sono stati messi in isolamento fiduciario tra Terni e Perugia. Mentre , per foruna, non destano preoccupazioni le condizioni del giovane disabile infettato dal fratello insieme al padre. Mentre sarebbe risultato positivo uno degli operatori sanitari che lo seguivano periodicamente. 
Regge però l’urto della nuova ondata l’ospedale Santa Maria, con i ricoveri che sono costanti e non crescono. Sono diciassette i posti letto occupati al reparto di malattie infettive sui 22 disponibili. Reparto, indipendentemente dalle fasi della pandemia, che ha continuato ad assicurare costantemente il ruolo di supporto a tutta l’attività assistenziale del Santa Maria con la finalità di essere l’unica struttura ad ospitare pazienti positivi al Covid-19. I posti letto sono passati da 12 a 22 ma presto e grazie ad una riorganizzazione logistica in atto presto ci sarà spazio per creare posti aggiuntivi 
In caso che i posti letto si esauriscono potrebbe venire aperto di nuovo il reparto Covid al quinto piano. Grazie all’esperienza maturata nei mesi più critici dell’emergenza il personale medico e infermieristico della Pneumologia è già formato ed anche i modelli organizzativi sono stati collaudati. Ciò consente, in caso di necessità, di recuperare spazi per i pazienti positivi o sospetti al Covid, adeguando la struttura di Malattie dell’Apparato Respiratorio posta al quinto piano in maniera progressiva e modulare, con percorsi separati e disponibilità da 10 fino a oltre 40 posti letto dedicati considerando l’intero dipartimento. La Pneumologia, infatti, dotata di alcuni letti monitorizzati e ventilatori respiratori, ha rappresentato e rappresenta un livello di assistenza intermedio, rispetto a quello dell’infettivologo e del rianimatore, in particolare per quei pazienti positivi con insufficienza respiratoria causata dalla polmonite, la principale manifestazione dell’infezione da Covid.
Nel frattempo si è ricostituita la task-force Covid aziendale che dovrà seguire passo passo la probabile seconda ondata.
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