Coronavirus, come bloccare i rincari
dal riso al prosciutto, il ballo dei prezzi

La spesa al tempo del virus
di Fabio Nucci
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Mercoledì 22 Aprile 2020, 09:33
Blocchi per molti ma non per i prezzi, almeno per la media di quelli al consumo che a marzo nei due capoluoghi di provincia sono saliti oltre la media nazionale, con Perugia e Terni tra le città più care, dopo Bolzano, Napoli, Palermo e Bari. C’è un gruppo civico del capoluogo di regione che da alcuni giorni, tramite la pagina social, veicola segnalazioni di rincari di prodotti di prima necessità, dalle arance al riso. Si muovono anche le associazioni dei consumatori, con il Codacons in attesa di risposte dalle procure umbre dopo le denunce per aggiotaggio, mentre l’Unc ha sguinzagliato una trentina di sentinelle nei supermercati della regione, pronte a passare le informazioni a Nas e Finanza.
Stando alle rilevazioni degli uffici statistica di Perugia e Terni, rispetto a marzo sono state registrate variazioni soprattutto nel capitolo di spesa residuale “altri beni e servizi” che rileva i prezzi di vari prodotti e servizi, dalle assicurazioni allo shampoo, dalla carta igienica al dentifricio. In Umbria si osserva un rincaro dello 0,7% mensile (0,6% in Italia) e del 2,4% annuale (1,9%). Prezzi in ascesa anche per alcolici e tabacchi, capitolo che registra una variazione dell’1,7% rispetto a febbraio. Andamento discorde invece nelle due principali città rispetto ai prodotti alimentari, i cui prezzi sono finiti nel mirino: a marzo sono stati rilevati rincari (0,5% mensile) a Perugia, listini in discesa (-0,8%) a Terni. Nel capoluogo, come segnalato da un gruppo civico umbro nato su facebook, sono sotto la lente in particolare due catene di supermercati “i cui prezzi nell’ultimo mese risultano cresciuti in modo smisurato”. Scontrino alla mano, viene segnalato il riso a 3,34 euro, arance a 4,5 euro al chilogrammo, prosciutto cotto, 3,49 all’etto contro i 2,90 segnalati a febbraio da Osservaprezzi. «A causa delle limitazioni negli spostamenti – viene segnalato dal gruppo facebook – molti cittadini sono deviati loro malgrado su centri commerciali e supermercati dentro la città e vicini alla loro abitazione. Dalle lamentele raccolte è emerso che in questi negozi i prezzi sarebbero più alti rispetto a quelli praticati dagli esercizi di loro abituale frequentazione».
Su tale versante si sta muovendo anche l’Unione nazionale consumatori dell’Umbria che tramite una trentina di volontari sta cercando di verificare la situazione. «A tale proposito abbiamo ricevuto telefonate e mail – racconta il presidente regionale Damiano Marinelli – ma ogni volta che abbiamo chiesto di circostanziare tali amenti di prezzi e di valutarli, non abbiamo avuto alcun riscontro effettivo». L’associazione quindi, tramite la sua rete di “sentinelle” sta testando la situazione in varie parti della regione. «Finora non abbiamo riscontrato, nel fare la spesa quotidiana, rincari pesanti, ma capiamo che su questo c’è molta attenzione da parte dei cittadini. Per questo abbiamo aperto la nostra mail (info at consumatoriumbria.it) anche a queste segnalazioni che chiediamo di documentare con una foto e nome/cognome. Poi sarà nostra cura gestire la segnalazione, inoltrandola ai carabinieri del Nas e alla Guardia di Finanza».
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