Incubo zone rosse, ecco le aree dove il Covid-19 corre di più

Il blocco dei carabinieri a Pozzo, prima zona rossa dell'Umbria la scorsa primavera
di Fabio Nucci
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Sabato 7 Novembre 2020, 08:45

PERUGIA- Il virus che corre tra i territori si lascia dietro una scia di contagiati con alcune aree quasi da lockdown. Ma per ora non ci saranno zone rosse, a partire da Perugia dove si riscontrano un’elevata incidenza di casi attivi sulla popolazione ma anche una marcata diffusione. Lo ha ribadito nel punto Covid settimanale della Regione, il direttore regionale alla Salute, Claudio Dario. «Ci sono zone dove l’incidenza dei positivi è prevalente: valuteremo la situazione ma al momento non ci sono le condizioni per enucleare zone rosse». La crescita mediamente esponenziale dei contagi dal 9 ottobre ha determinato un’impennata nell’incidenza di positivi attivi rispetto alla popolazione. Considerando i dati di ieri, il rapporto parla di 1.008 casi ogni 100mila abitanti che resta il settimo indice più alto d’Italia. I 496 positivi in più segnalati ieri (al netto dei 262 guariti) hanno fatto salire a 20 il numero dei comuni con oltre 10 casi ogni mille abitanti: in testa c’è Alviano con un indice vicino a 20, poi San Gemini e Sant’Anatolia di Narco (16), Assisi e Bastia Umbra (15,8). Subito dopo, Cascia (13,9) e Perugia che conta 13,5 casi attivi ogni mille residenti. «L’incidenza è elevata nel capoluogo – ha spiegato Dario – e abbiamo operato una valutazione anche rispetto alla possibile attivazione di una zona rossa, ma trattandosi di un’area diffusa la demarcazione netta risulterebbe difficile». Uno spazio che si allunga dal Trasimeno all’Assisano. «Tutti territori ad alta incidenza di positivi», aggiunge Dario. «Una situazione che preoccupa, ma non ci sono le condizioni per enucleare delle zone rosse: c’è un monitoraggio, ma non si rilevano differenze rispetto alle zone di confine». Per ora niente lockdown locali che tuttavia non possono essere esclusi in futuro. Rispetto ai 283 focolai (+95 in una settimana) indicati nell’analisi Iss-Ministero per la Cabina di regia nazionale, il commissario Antonio Onnis ha chiarito che su tale aspetto è al lavoro il Nucleo epidemiologico della Regione, anche per capire dove e come intervenire. Sul resto degli indicatori, non sono emersi elementi positivi - per ora – anche in prospettiva. «Sulle ospedalizzazioni – ha ribadito il direttore Dario – non c’è alcun segnale che possa far affermare che c’è una flessione». Quanto al trend crescente dei decessi, «questo – è stato rilevato – è strettamente legato all’innalzamento dell’età mediana». Rispetto alla primavera, è evidente una maggiore incidenza di positivi tra gli under 39, ma parallelamente da fine settembre – a causa dei cluster familiari – il contagio ha via via riguardato sempre più adulti e over 65. A livello territoriale, il maggior numero di contagi è stato certificato a Perugia (121 e 64 guariti), seguita da Terni (106 e 21) e Foligno (52 e 15). Tasso di diffusione del contagio più lento, tra i centri maggiori, a Città di Castello dove l’incidenza dei casi attivi per abitante (5,32) è la più bassa tra i comuni con meno di 15mila abitanti. Nelle ultime settimane, impennata di casi anche a Umbertide (10,3 casi ogni mille abitanti), col sindaco Carizia che ieri ha comunicato la positività di 36 cittadini e due guariti. In risalita i contagi anche a Spoleto dove sono stati segnalati altri 25 casi (6 i guariti), tra cui l’arcivescovo monsignor Renato Boccardo, in isolamento nella sua residenza in città. Il presule ha rivolto un pensiero a chi sta affrontando il virus. «La situazione creatasi mi conduce a condividere esistenzialmente le giornate di quanti stanno affrontando, a casa o in ospedale, gli assalti del Covid-19, tra cui il cardinale Gualtiero Bassetti, al quale va ancora una volta il mio pensiero affezionato e fraterno». 

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