Virus, altri 10 morti, oltre 400 ricoverati
positivi a quota 10mila: ormai è zona arancione

Virus, altri 10 morti, oltre 400 ricoverati positivi a quota 10mila: ormai è zona arancione
di Egle Priolo
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Lunedì 9 Novembre 2020, 07:34

PERUGIA Dieci morti in un giorno, con 660 nuovi positivi e un totale di 415 ricoveri: 12 più di sabato, compresi i 4 in terapia intensiva che fanno salire il totale a 62. E soprattutto fanno balzare il tasso di occupazione delle Ti al 58,5 per cento: un picco che adesso pone l'Umbria tra le regioni a rischio fascia arancione. Gli ultimi dati, forniti dalla Regione, infatti, sono preoccupanti dal punto di vista della tenuta del sistema, anche a fronte di un Rt pari all'incirca a 1,21, ancora lontano da quell'1,5 che è il limite di guardia del tasso di contagiosità. A preoccupare è appunto quel 58,5 per cento, che risulta dal rapporto tra le 62 persone attualmente ricoverate dei reparti di Terapia intensiva e i 106 posti disponibili al momento. Mentre è vicinissimo purtroppo anche il limite psicologico dei diecimila positivi in tutto il territorio regionale: in base ai dati di ieri, gli attualmente contagiati sono 9.805 (sabato erano 9.375), considerando i guariti e i 660 positivi riscontrati su 4.085 tamponi processati nelle scorse 24 ore. Gli ultimi 10 morti, poi, fanno salire il totale dei decessi in Umbria a 188 dall'inizio della pandemia, ma per fortuna ieri sono state registrate anche 220 guarigioni, con una crescita delle persone (10.656) in isolamento pari al 4,8 per cento. Studiando i dati presenti sulla dashboard della Regione, inoltre, emerge come la fascia di età attualmente più colpita in Umbria è quella tra i 40 e i 64 anni, con ben 5.101 casi. La seconda? I giovani tra i 18 e i 39 anni, che (al 5 novembre) hanno toccato quota 3.540. E se sono 904 i positivi con età superiore agli 80 anni, sono tanti anche i bambini contagiati con meno di sei anni: ben 368.

IL TRACCIAMENTO

E se la priorità al momento è quella di mantenere in equilibrio la tenuta del sistema sanitario, si pensa comunque a come risolvere il problema delle difficoltà di tracciamento dei contagi, esplosi in questa seconda ondata, reso per ovvi motivi più complesso nonostante le limitazioni imposte dal governo.

Per questo tra mercoledì e giovedì dovrebbe partire il servizio per i tamponi rapidi antigenici sui propri assistiti affidato ai medici di famiglia e ai pediatri. Importante anche perché pure da questo valore dipendono le pagelle alle Regioni che erano attese per venerdì e che invece dovrebbero uscire oggi, salvo ulteriori ritardi. A proposito di scadenze, si attende per mercoledì la fine dei lavori per la realizzazione dell'ospedale da campo accanto al Santa Maria della misericordia: 34 nuovi posti letto per cui l'Esercito ha lavorato anche ieri.

IL CASO SERAFICO

«A seguito dell’attività di screening con tampone molecolare eseguito per l’identificazione precoce di eventuali casi Covid-19, sono risultati positivi 9 ragazzi e due operatori di una stessa residenza. Tutti i positivi sono asintomatici e stanno bene». Così, tramite la propria pagina Facebook, l'istituto Serafico di Assisi ha reso nota la situazione all'interno della struttura dedicata all'attività riabilitativa, psicoeducativa e all'assistenza socio-sanitaria per bambini e giovani adulti con disabilità fisiche, psichiche e sensoriali. «La residenza interessata non è di quelle all’interno della struttura principale – spiegano dal Serafico -, ma è situata all’interno del parco sensoriale ed è del tutto autonoma. L’attività di screening eseguita già su tutto il personale delle 6 residenze e sul personale del centro semiresidenziale e ambulatoriale del Serafico non ha evidenziato attualmente altri casi positivi. Dal mese di febbraio è stato assegnato del personale dedicato a ciascuna residenza (fisioterapisti, OSS, educatori e personale di pulizia), e sono state completamente isolate le attività rivolte verse gli esterni da quelle rivolte agli interni, al fine di evitare eventuali diffusioni del virus in una comunità che tra dipendenti e utenti conta quasi 300 persone. L’attività di screening preventiva si è rivelata fondamentale per intervenire precocemente nell’individuazione di casi asintomatici che altrimenti non sarebbero stati identificati. Siamo in contatto con tutte le famiglie dei ragazzi e con la Asl che monitora costantemente la situazione. Siamo certi che con la professionalità e la determinazione di tutti gli operatori e l’affetto della Comunità che non ci è mai venuto meno supereremo anche questa prova». 

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