Coronavirus, beffa per i pensionati: a Perugia orti aperti e subito chiusi

Gli orti sigillati
di Riccardo Gasperini
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Sabato 25 Aprile 2020, 14:54
PERUGIA -  Poche ore di apertura, poi i cancelli dei due orti per pensionati di Ponte della Pietra e al Parco Santa Margherita sono tornati chiusi. Con conseguente malumore da parte dei fruitori che, proprio attraverso queste colonne e a seguito di appelli alle istituzioni, avevano chiesto la possibilità di tornare sui propri appezzamenti. La svolta era arrivata nelle scorse ore, giovedì per l’esattezza, ma ieri a seguito di una ordinanza del presidente della Provincia, la polizia provinciale ha messo i sigilli.
Così, chi si era attrezzato per ripartire con raccolti e coltivazioni, è rimasto con la vanga in mano. «Avevamo anche preso tutte le precauzioni del caso», raccontano al Messaggero alcuni dei fruitori degli orti di Ponte della Pietra. Chi fa parte del comitato di gestione assicura che tutti hanno utilizzato mascherine ed è stato anche fatto chiudere il bagno per evitare contatti. Inoltre viene fatto notare che, per le dimensioni degli appezzamenti «è impossibile creare assembramenti». L’ordinanza del presidente della Provincia dispone, nell’ambito delle misure anti coronavirus, la chiusura degli orti da ieri «fino a data da destinarsi». Mercoledì la Regione che aveva «chiesto al riguardo chiarimenti alla Prefettura» annunciò che «sono consentite la coltivazione di orti per il consumo familiare e la cura di giardini privati, nel rispetto delle norme e delle misure di sicurezza dettate dall’emergenza sanitaria, anche se orti e giardini non sono adiacenti alla propria abitazione». La nuova chiusura ha colto di sorpresa i fruitori degli orti. A Ponte della Pietra sono circa 180 quelli coltivati (molti di più al parco Santa Margherita). Alla notizia della riapertura, molti si sono recati a comprare piante per ripartire con la coltivazione, altri hanno portato motozzappe e decespugliatori per pulire l’area. «Sono appezzamenti da 10 metri per 15, dunque di grandi dimensioni e non c’è contatto fra gli ortolani», spiega chi ieri ha dovuto interrompere l’attività. Attività che, è stato ribadito, veniva svolta con le precauzioni del caso, cioè l’uso di mascherine indossate soprattutto nella zona dove vengono parcheggiate le automobili.
Non è da escludere che possa essere stato quello il problema, anche perché nell’ordinanza del presidente della Provincia si legge che il provvedimento viene disposto «tenuto conto del colloquio con il prefetto avvenuto in data 24 aprile, nel quale si è convenuto circa l’opportunità di ristabilire le limitazioni all’accesso agli spazi in oggetto, data la possibilità del verificarsi di assembramenti».
Nei giorni scorsi era stata anche avanzata una proposta da parte degli assegnatari degli orti. Quella di riaprire prevedendo accessi scaglionati, dunque per appezzamento, scongiurando così maggiormente il rischio di contatti. Contatti evitati anche con una riapertura generale, assicurano i fruitori degli orti, che adesso sperano in una nuova svolta, anche a seguito delle spese sostenute in questi due giorni per comprare piante e riportare sul posto le attrezzature necessarie alla coltivazione.
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