«I pazienti Covid in barella passano davanti al bar»

«I pazienti Covid in barella passano davanti al bar»
di Egle Priolo
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Martedì 21 Aprile 2020, 09:10 - Ultimo aggiornamento: 10:23
PERUGIA - «Attenzione sta passando un coronavirus». È quello che si è sentito urlare alle spalle un utente del Santa Maria della Misericordia mentre camminava tra le corsie dell'ospedale per raggiungere il reparto in cui era atteso per i cicli della terapia che ovviamente neanche l'emergenza ha potuto interrompere. Il racconto, affidato ai social, prosegue con la descrizione dell'avviso urlato e di «una barella spinta da infermieri vestiti da terapia intensiva che mi passava di fianco e, a seguire, un operatore che spruzzava del disinfettante lungo il percorso della barella».
Fino alla chiusura del messaggio, tra lettere maiuscole e “faccine” tra lo spaventato e lo sconcertato: «Mi chiedo se tutto ciò sia normale, io vado in ospedale per curarmi, non vorrei rischiare così tanto». Una preoccupazione che l'utente in effetti divide con altri pazienti e lavoratori di quella piccola città che è il Santa Maria della Misericordia. Ma quest'ultima segnalazione ha il pregio di raccontare in maniera precisa cosa succede tra le corsie dell'ospedale regionale in tema di sicurezza e sanificazione. Perché effettivamente per limitare il più possibile il rischio di contagi, i pazienti Covid vengono trasportati da un reparto all'altro con l'ausilio di un terzo operatore che ha il compito di sanificare il passaggio proprio con il disinfettante. Una cautela in più, certamente da valorizzare, ma il problema sollevato da diverse persone è quello dei tragitti effettuati dalle barelle.
«Non dovrebbero esserci dei percorsi diversificati per i pazienti Covid?», è infatti la domanda che chiude la segnalazione. I percorsi ci sono, sono stati declinati all'inizio del dilagare dell'epidemia, quando l'ospedale di Perugia si è fatto per primo carico del maggior numero di malati e della stessa emergenza, organizzandosi al meglio per la sicurezza di pazienti e lavoratori. Da qui, il pre-triage, i malati Covid presi con l'ambulanza, chiaramente con la mascherina, e poi trasferiti nei relativi reparti con operatori bardati in sicurezza, compreso chi spruzza cloro al loro passaggio. Un'attività di trasferimento votata alla prudenza e attraverso percorsi rigidi, con tanto di ascensori giustamente dedicati. Ma, a giudicare dalle segnalazioni arrivate al Messaggero, evidentemente in qualche caso questi percorsi non vengono rispettati. E c'è chi, come dimostra la foto a centro pagina, la barella con un paziente contagiato dal coronavirus se l'è vista passare accanto in via del Grifo, una delle due vie d'accesso principali dell'ospedale. Dove passano tutti. E pure davanti al bar, come si vede nella foto, prima degli ascensori o del lungo corridoio che portano a diversi blocchi dell'ex Silvestrini. «Capisco che magari da qui si accorcia – è il ragionamento -, ma proprio davanti al bar no». Segnalazioni non rimaste nei cassetti ma di cui si è chiesto conto all'Azienda ospedaliera. Con la direzione generale e sanitaria che hanno risposto con solerzia di «riservarsi di esaminare il caso, di fare un’appropriata indagine dei percorsi per verificare se siano state seguite tutte le normative e i tragitti assegnati e collaudati». Pronti insomma a rispondere ufficialmente in caso «si accertino carenze nei percorsi o il mancato rispetto delle normative indicate anti-Covid, condivise con gli operatori». Per la maggiore tranquillità di tutti, utenti e dipendenti che ogni giorno devono percorrere quei corridoi.
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