Morti per Covid in Umbria, scattano due inchieste

Morti per Covid in Umbria, scattano due inchieste
di Egle Priolo
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Mercoledì 13 Gennaio 2021, 07:11


PERUGIA Decine di contagi, qualche ospite poi deceduto in ospedale e i focolai all'interno delle residenze per anziani diventano materiale da tribunali o da commissioni consiliari. Con la lotta al coronavirus passa anche per lo stato della rabbia, quella esplosa per aver portato i propri cari in strutture considerate protette e lì averli visti – da lontano – contagiarsi e in alcuni casi anche morire. Come accaduto purtroppo a dicembre ad alcuni ospiti della residenza Fontenuovo: e adesso per quei contagi e i decessi tra gli ospiti della casa di riposo c'è chi è andato direttamente in procura. È l'associazione Codici, Centro per i diritti del cittadino di Roma, che sulle morti conseguenti al focolaio da decine di contagi scoperto all'interno di Fontenuovo vogliono vederci chiaro. «Abbiamo presentato un esposto alla procura della Repubblica – dichiara Ivano Giacomelli, segretario nazionale di Codici – al fine di accertare se sono stati rispettati i protocolli previsti per fronteggiare la pandemia e l’infezione da Covid19. PERUGIA - Riteniamo doveroso fare luce sull’accaduto, i parenti degli ospiti della casa di riposo hanno il diritto di sapere se è stato fatto tutto il necessario per proteggere i propri cari. Dal canto nostro, come fatto per altre situazioni, siamo a disposizione dei familiari e li invitiamo a contattarci, pronti a fornire assistenza legale affinché venga appurato se ci sono state irregolarità e, nel caso, individuare i responsabili». A Città di Castello, invece, è la politica a essere chiamata in causa per il caso dell'Asp Muzi Betti, residenza sanitaria per anziani non autosufficienti dove il focolaio ha interessato ben 100 persone, tra ospiti e operatori. Una struttura per cui era stata addirittura realizzata una sala con una parete di vetro e un citofono per fare incontrare anziani e parenti in completa sicurezza.

Ma anche questo non è bastato a tener fuori il virus. Tutti gli anziani contagiati sono rimasti a Città di Castello, grazie anche alla realizzazione di un reparto Covid specifico all’interno della stessa Muzi Betti, come annunciato dal sindaco Luciano Bacchetta. «Ben venga la convocazione di una commissione consiliare sul focolaio da Covid-19 all’Asp Muzi Betti, nella quale la direzione aziendale e la direzione sanitaria della residenza possano spiegare quanto è accaduto all’interno della struttura e garantire la massima trasparenza sulla vicenda, anche a beneficio della piena consapevolezza dei familiari degli ospiti». Lo hanno dichiarato il sindaco Bacchetta e l’assessore al Sociale Luciana Bassini in merito all’interpellanza presenta dal capogruppo consiliare di Fratelli d’Italia Andrea Lignani Marchesani finalizzata a verificare l’esistenza di eventuali responsabilità per il focolaio. Bacchetta e Bassini parlano di «assoluta correttezza» e chiariscono come «non risulta assolutamente vero che ci siano state presenze estranee all’interno della residenza, nella quale sono entrati esclusivamente medici, infermieri e operatori sanitari, dato che da molti mesi nessun familiare può più avere più accesso alla struttura». Sindaco e assessore poi sottolineano come i responsabili della residenza abbiano «immediatamente risolto, con la fattiva collaborazione dell’Usl Umbria 1, la problematica della carenza di personale sanitario che si è creata a seguito della positività di diversi operatori». Mentre oggi prosegue «la vaccinazione di tutte le persone risultate negative dopo l’ultimo giro di tamponi, in modo da completare quanto prima l’iter già programmato»

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