Ospedale di Terni, i farmaci in campo per combattere il Covid 19

Ospedale di Terni, i farmaci in campo per combattere il Covid 19
di Corso Viola di Campalto
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Domenica 19 Aprile 2020, 10:21

Una lotta contro il tempo che sta dando i primi importanti risultati. Malgrado non ci sia ancora una terapia specifica. I medici del Santa Maria stanno calibrando giorno dopo giorno le terapie per i pazienti colpiti dal Covid-19, con il risultato che quelli che si aggravano e sono costretti ad essere ospitati nel reparto di Terapia intensiva sono sempre di meno. Terapie sempre più mirate ed efficaci, nelle quali sono diventate determinanti l’eparina, utile sia per l’effetto antiinfiammatorio che anticoagulante, ed i farmaci anti-reumautoidi. In prima linea in questa battaglia contro il virus c’è la dottoressa Rita Commissari, dirigente del reparto di Rianimazione: «La patologia Covid-19 è caratterizzata da due differenti fasi che vanno a sovrapporsi - racconta Rita Commissari - nella prima fase l’infezione virale è preponderante ed ha senso la terapia antivirale, mentre nella seconda fase, dove prevale la risposta infiammatoria, diventano fondamentali le terapie antinfiammatorie e la somministrazione di Eparina, oltre alla ventilazione meccanica quando necessario. Una lotta che in Terapia intensiva diventa ancora più dura. «Per tutti i pazienti che si trovano in terapia intensiva - continua la dirigente - viene utilizzata l’idrossiclorochina, un farmaco indicato per l’artrite reumatoide che non soltanto ha un’azione antivirale dimostrata in vitro (non in vivo) ma, soprattutto, ha un’azione antinfiammatoria e immunomodulante. Avendo la Regione Umbria aderito alla sperimentazione autorizzata dall’Aifa del Tocilizumab e altri farmaci che vengono utilizzati per l’artrite reumatoide, ai pazienti che hanno determinati requisiti di volta in volta valutati, viene somministrato il Tocilizumab, un anticorpo monoclonale che in sostanza inibisce l’azione pro-infiammatoria che si associa alla severità della patologia e del danno polmonare. Ma negli stati avanzati della malattia è indicato l’utilizzo della terapia steroidea. E poiché è dimostrato che questi pazienti sono ad elevato rischio tromboembolico, sia per la malattia sia per l’immobilità, viene a tutti somministrata Eparina come tromboprofilassi e per sfruttare contestualmente anche la sua azione antinfiammatoria. Naturalmente, il cardine fondamentale del trattamento dei pazienti in terapia intensiva è la ventilazione meccanica (invasiva o non invasiva) e il sostegno di tutte le funzioni vitali». Cure portate avanti considerando che non si sono ancora oggi terapie farmacologiche specifiche per il Covid-19. «Esattamente, di fatto stiamo tutti utilizzando farmaci “off label” contro l’infezione dal Covid-19, cioè farmaci già esistenti e utilizzati per altre patologie che sono attualmente al vaglio di studi clinici e sperimentazioni. Naturalmente i protocolli sulle terapie farmacologiche per il Covid-19 vengono costantemente aggiornati in base alle ricerche e alle indicazioni della comunità scientifica internazionale. Questo significa che all’ospedale di Terni e di Perugia e in tutta l’Umbria normalmente vengono usati gli stessi farmaci che usano a New York per fare un esempio».

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