Covid, caos per i tamponi: presa a schiaffi mentre è in fila alla Asl

Covid, caos per i tamponi: presa a schiaffi mentre è in fila alla Asl
di Luca Benedetti
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Venerdì 9 Ottobre 2020, 08:21 - Ultimo aggiornamento: 12:53

Non siamo ai livelli di Roma, ma il blocco del traffico di ieri mattina dalle parti di piazzale Europa per il servizio di drive-through, cioè il tampone fatto arrivando in auto con il prelievo effettuato senza scendere dal mezzo, è stato tosto. Il momento caldo intorno alle 11. Auto in coda da via Fiume, dall’altra parte rallentamenti via dei Filosofi e anche tre bus sono finiti prigionieri del serpentone di auto bloccato da chi era in coda per fare il tampone non uscendo dall’auto. Un’operazione che dura, al massimo cinque minuti, ma che ieri ha messo in fila, secondo i dati forniti dalla Asl 1, oltre 400 persone. Ecco perché a metà mattinata il traffico è andato in tilt.

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All’Azienda sanitaria stanno cercando un altro punto tamponi in modalità drive-through che dovrebbe essere attivo dall’inizio della prossima settimana. «La direzione sanitaria della Usl Umbria 1-spiega una nota della Azienda- in accordo con la responsabile del distretto del Perugino, Barbara Blasi, già da alcuni giorni si sta adoperando, in collaborazione con l’amministrazione comunale, per trasferire la postazione in altro spazio adeguato e facilmente raggiungibile dai cittadini.

Lo spostamento è ormai divenuto urgente, considerato il notevole aumento di test effettuato in questi giorni, e sono state pertanto accelerate le opportune valutazioni della nuova location che, oltre ad una collocazione logistica strategica, dovrà garantire la massima sicurezza per gli operatori e gli utenti e la possibilità di allestire in tempi rapidi una postazione fissa protetta, una procedura per la rete di trasporto dei campioni, e il trasferimento e il collegamento con le tecnologie informatiche necessarie».

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LA LITE
Se a Perugia è andato in tilt il traffico, a Bastia sono volati gli schiaffi. È successo in viale Giontella, vicino al palazzo della salute. Una donna in fila con l’auto ha perso la pazienza e si è scambiata complimenti verbali con un’altra che, in auto, doveva fare il tampone alla figlia. È finita con la mamma ha preso uno schiaffone dall’altra donna che, come la vittima ha raccontato su Fb, è poi fuggita.


POCO PERSONALE
Il problema non è solo quello degli spazi. Ma anche quello, soprattutto, della mancanza di personale. Una situazione, per esempio che, in alcuni casi, allunga i tempi di attesa per un tampone domiciliare di chi è in quarantena fiduciaria perché entrato in contatto con un positivo. Si arriva anche a cinque giorni di attesa. C’è la carenza di infermieri e anche quella dei medici della sanità pubblica. Ce ne è uno solo a Foligno, uno a Spoleto, tre a Terni. A Perugia si è risolto, in parte, con gli specializzandi. E gli infermieri dei distretti non fanno solo il Covid-19 che prevede procedure particolarmente complesse anche solo nella vestizione. 
«Da quello che ci risulta per i tempi di attesa dei tamponi, almeno alla Asl 1, non sono drammatici.

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Per esempio chi lo fa il lunedì-dice Tatiana Cazzaniga segretaria della Fp Cgil della Provincia di Perugia- al massimo arriva ad attendere fino al venerdì. Piuttosto è allarmante la situazione di sottorganico dei servizi. Ci sono i concorsi bloccati a parte quello per infermieri della Asl 2, altro ancora non c’è. Ecco perché abbiamo chiesto alla Regione di muoversi. Considerando che dal 2021 ci sono 30 milioni per dieci anni, per la nostra regione, utili alle assunzioni. C’è bisogno di fare i concorsi. Questo aiuterebbe i servizi a gestire meglio non solo l’emergenza Covid-19, ma anche le liste d’attesa. Ecco perché abbiamo chiesto, con Cisl e Uil, la convocazione del Comitato sula Salute. Tra l’altro non sappiamo nulla di quello che la Regione ha intenzione di fare sul fronte del piano sanitario e dell’organizzazione dei servizi considerando che la tenuta e lo sviluppo dei servizi territoriali è diventato strategico contro la pandemia. Ora la sanità del territorio è sguarnita. Se non riceveremo risposte passeremo alla mobilitazione.

 

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