Coronavirus, Assicurazione auto,
fermate i premi, anzi restituiteceli

Assicurazioni auto con il coronavirus
di Ruggero Campi *
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Domenica 26 Aprile 2020, 10:55
PERUGIA Sono due mesi che l’amata automobile è mestamente parcheggiata sotto casa, al massimo se ne utilizza una, delle due o tre del nucleo familiare, per una fugace sortita al supermercato più vicino. Chi ha potuto lavorare, l'ha privilegiata certo rispetto ai mezzi pubblici, ma si tratta di percorrenze limitate. I dati parlano chiaro, -85% della circolazione di autovetture in autostrada!
Eppure, nonostante questo uso veramente minimo, il contatore delle spese continua a girare: assicurazione, bollo….svalutazione. Tutti in questo periodo abbiamo fatto una riflessione sui costi imposti rispetto al possesso della automobile. Adesso l’auto è ferma per obbligo e l’incidentalità, tanto per fare un esempio, è crollata ai minimi di storici. Che cosa ha significato questo per le compagnie di assicurazione? Vogliamo fare quattro conti? Posto che in Italia risultano attualmente assicurate 39 milioni di autovetture, qualcuno ha calcolato che il danno economico per gli automobilisti raggiunge la rispettabile cifra di 1,3 miliardi di euro al mese ma, osando una lettura più rigorosa, gran parte di questa bella sommetta rappresenta un indebito arricchimento per qualcun altro. Del resto il non uso dell’auto non è una libera scelta e dunque perché la persistenza dell’obbligo di tenere l’auto assicurata?
Non mi si venga a dire che la possibile sospensione prevista dal decreto Cura Italia sia una risposta accettabile! Per carità non prendiamoci in giro. E’ solo una delle tante misure raffazzonate e improbabili. La possibilità di sospendere fino al 31 luglio la RC auto o moto, comporta concretamente l’obbligo di poter disporre di un posto auto al chiuso, di un box, di uno spazio privato, quando la maggior parte di noi lascia l’auto sul suolo pubblico e sappiamo che in tal caso deve essere obbligatoriamente assicurata. E ancora: per quante volte sarebbe stato possibile riattivarla e con che tempi? Tutte perplessità che portano a una unica e semplice constatazione: disattenzione, superficialità del legislatore, ovvero cronica incapacità di saper gestire una situazione di emergenza. Alcune Compagnie di assicurazione d’iniziativa si sono affrettate a restituire (!) agli automobilisti una parte del premio assicurativo sotto forma –però- di proroga della copertura assicurativa in scadenza e chi non ci aveva pensato lo sta facendo coniugando la decisione con una attenta campagna pubblicitaria. A dire la verità c’è poco da fare i generosi, la proroga è imposta dalla legge.
ANIA, l’associazione nazionale per le imprese assicuratrici, si è impegnata a “restituire alla collettività il beneficio derivante dal calo della frequenza dei sinistri”, staremo a vedere, magari sarebbe utile subito, viste le difficoltà delle persone.
Il fatto, però, diciamocelo senza giri di parole, è che la crisi scatenata dalla emergenza avrebbe richiesto interventi di altro tipo che consentissero la operatività immediata di aiuti (e non chiacchiere) senza la necessità di legiferare in modo non appropriato e a puntate, con tanto di conferenze stampa terrorizzanti, più che tranquillizzanti. Quando c’è un’emergenza come quella attuale (ma i terremoti, le alluvioni su scala territoriale più contenuta non sono da meno) quella che era la regola va mutata, e dunque una rivisitazione al codice delle assicurazione private e delle norme correlate è quanto mai opportuna. Le famiglie, le imprese a cui si chiede di fare sacrifici in questo momento credo che ne abbiano il diritto.
*presidente Aci
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