Virus, contagio inarrestabile, rapporto positivi-tamponi
mai così alto. Le regole della zona arancione

Virus, contagio inarrestabile, rapporto positivi-tamponi mai così alto. Le regole della zona arancione
di Fabio Nucci
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Martedì 10 Novembre 2020, 07:05

PERUGIA La continua crescita dei contagi e l’ulteriore pressione su rete ospedaliera e sistema di sorveglianza hanno spinto l’Umbria verso la zona arancione prevista nell’emergenza Covid. Sono considerate in ascesa le criticità legate alla gestione del contagio che Iss e Ministero della salute sintetizzano in 21 indicatori riferiti a capacità di monitoraggio, trasmissione e impatto del contagio, resilienza dei servizi sanitari. Un upgrade previsto dalla Regione e nell’aria ormai da domenica. «L’evoluzione e i numeri straordinari di questa seconda ondata – ha commentato la governatrice Donatella Tesei - stanno facendo cambiare i colori a tante regioni e con molta velocità. Mi auguro che l’Umbria si fermi qui».
La decisione, maturata ieri pomeriggio nella cabina di regia Stato-Regioni, per l’Umbria prevede un inasprimento delle restrizioni certificate dal decreto firmato ieri sera dal ministro Roberto Speranza e in vigore da mercoledì. La stretta riguarda gli spostamenti personali, con coprifuoco dalle 22 alle 5 e il divieto di muoversi verso altre regioni o comuni, salvo comprovati motivi di lavoro, studio, salute, necessità. Saracinesche abbassate per bar e ristoranti, chiusi 7 giorni su 7, con l’asporto possibile fino alle 22, mentre non ci sono restrizioni per le consegne a domicilio. Il passaggio dalla fascia gialla ad arancione comporta anche la chiusura, nei festivi e prefestivi, dei centri commerciali, fatta eccezione per farmacie, parafarmacie, punti vendita di generi alimentari, tabaccherie ed edicole; chiusi anche musei e mostre. Una stretta che gli esperti avevano auspicato da giorni. «Se introducessimo misure più restrittive potremmo riportare la curva dei contagi a livelli più bassi – ha affermato Fabrizio Stracci, epidemiologo del Cts regionale - riducendo il carico sulle strutture sanitarie, che è a livelli preoccupanti, e contemporaneamente riorganizzare la difesa di quelle sensibili come ospedali e Rsa, potenziando il contact-tracing per andare avanti con qualche maggiore tranquillità».
Una stretta accolta senza polemiche dalla presidente Tesei che ha però sottolineato le contromisure già adottate dalla sua giunta. «Ci siamo attrezzati e portati già avanti con il piano di salvaguardia, installando un ospedale da campo accanto a quello di Perugia che sarà operativo da giovedì con 37 posti letto. Ora, com’è giusto che sia, cominciamo con l'attivazione del piano». Ieri intanto nuova allerta dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali che colloca l’Umbria tra le 11 regioni che superano la soglia dei ricoveri di pazienti Covid in medicina generale, malattie infettive e pneumologia. Nella regione, infatti, stando ai dati aggiornati a domenica sera, si è arrivati al 53% di occupazione di reparti di non intensiva dove la soglia limite del 30% è stata superata da tempo e ora è sopra il 60%.
Considerando le tre dimensioni esaminate dalla Cabina di regia, per l’Umbria potrebbe essere stato ravvisato un peggioramento rispetto alla capacità di monitoraggio, da “poco sopra-soglia” a “sotto-soglia” e potrebbe essere cambiata anche la classificazione del rischio rispetto alla trasmissione e all’impatto del virus, con alta probabilità di progressione e allerte di resilienza. Tra i parametri valutati, il rapporto positivi/tamponi. «Per tre delle cinque regioni da oggi (ieri, ndr) in zona arancione – ha evidenziato il direttore del Dipartimento di prevenzione del ministero, Gianni Rezza – è sopra la media nazionale: 18% per la Basilicata, 17,1% per la Liguria e addirittura 30% per l’Umbria». In realtà per il Cuore verde si tratta di un dato contingente, registrato anche lunedì scorso all’indomani di giornate festive con un numero ridotto di tamponi effettuati. Considerando il dato settimanale, infatti, l’Umbria un rapporto del 14,63% due punti sotto la media nazionale. «L’ascesa della curva del contagio è repentina e velocissima in tutte le regioni», ha rimarcato la presidente Tesei che ha evidenziato il dato dei guariti. «C’è qualche buona notizia, vista la percentuale del 56%: questo ci fa piacere perché forse iniziamo anche quella fase in cui cominciano ad uscire pazienti dai reparti ospedalieri e dalle terapie intensive liberando spazi e non portando in difficoltà le strutture sanitarie». Intanto, da domani il midi-lockdown è servito.

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