Coronavirus, tutti i dati: possibile rimbalzo dei contagi
«Se sarà, ecco perché il sistema è pronto ed efficiente»

Un laboratorio di analisi
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Martedì 12 Maggio 2020, 09:59
Con la curva degli attualmente positivi in costante discesa, l’attenzione è ora rivolta ai possibili colpi di coda dei contagi legati alla fase due. Cambiamenti attesi non prima di tre-quattro giorni, considerando la possibile incubazione del virus ma anche l’effetto dei circa 400 rientri da fuori regione. «Ci attendiamo un allargamento dei dati», si osserva dalla Protezione civile regionale comunque pronta insieme al sistema sanitario ad assorbire l’eventuale rimbalzo.
Con le misure di allentamento, il rischio è veder risalire il numero dei contagi. «Qualche piccolo aumento sarà possibile nei prossimi giorni anche perché in questo ultimo fine settimana erano attesi circa 400 rientri da fuori regione. Per questo nei giorni scorsi è stata resa obbligatoria la comunicazione per il tracciamento, ma non c’è stata la volontà di costringere tali persone ai 14 giorni di quarantena che non sarebbe stato comunque applicabile ai pendolari, alle persone in Umbria per motivi sanitari».
Per ora i numeri continuano a collocare l’Umbria tra le regioni con meno malati e contagi, con una media di 3,7 casi al giorno certificati nell’ultimo mese. Anche ieri, un solo caso su 314 persone sottoposte a tampone (551 quelli nell’ultimo giorno), quattro ricoveri in meno con 40 assistiti nei reparti-covid e solo 4 in intensiva. «Il sistema è pronto a un eventuale rimbalzo – si rileva dalla ProCiv regionale - anche se auspichiamo con valori contenuti e senza un ulteriore dispiegamento di uomini, mezzi o dispositivi di protezione, oltre quello che stiamo già facendo: non abbiamo dato per sconfitto il virus, pur essendo l’Umbria messa bene nel panorama nazionale». La regione resta infatti quella col numero più basso di malati, 108 (107 la Valle d’Aosta), 65 dei quali in isolamento domiciliare. Continua a crescere il numero dei guariti arrivato a 1.191 cui si aggiungono 41 ex pazienti non ancora negativi al doppio tampone. Il totale, 1.191, porta il tasso di guarigione all’87,3% che resta il più alto d’Italia.
Un altro aspetto che ha reso possibile un efficace contenimento del virus, è stata l’attività sul territorio che ha permesso indagini epidemiologiche lineari dei nuovi contagi. «Ci sono stati casi che non hanno dato vita a cluster importanti ed essendo pochi è stato possibile collocarli in situazioni circoscritte, rimaste sotto controllo. Giove è stata l’unica per la quale ci sono stati giorni di preoccupazione perché la catena epidemiologica non era chiara e qualche timore c’è stato quando ci si è resi conto che non c’era solo una persona contagiata e la sua rete di contatti, ma i contesti hanno iniziato a raddoppiarsi e triplicarsi». La situazione è comunque tornata sotto controllo anche grazie allo screening totale effettuato. «I test rapidi si sono rivelati molto utili e di valore predittivo elevato sui negativi: possono essere uno strumento utile anche per fronteggiare la fase due».
Intanto, prosegue l’uscita dall’emergenza sanitaria dei comuni che per la metà si sono liberati dal virus: il trentatreesimo (sui 65 infetti) è Castel Viscardo. Il positivo è stato invece certificato a San Gemini mentre dei nove guariti, tre sono stati segnalati a Orvieto (che conta 6 attualmente positivi), due a Città di Castello (17), uno a San Giustino (2).
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