Il coronavirus aguzza l'ingegno, ecco i sistemi
di sicurezza e le idee per far tornare i clienti

Daniela e Roberta, ideatrici delle mascherine gioiello trasformabili
di Cristiana Mapelli
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Giovedì 4 Giugno 2020, 09:17 - Ultimo aggiornamento: 13:20

PERUGIA L’innovazione e lo sprint imprenditoriale dopo lo tzunami economico da coronavirus. Nonostante il tempo di crisi e di incertezze, tra gli imprenditori umbri di ristorazione, abbigliamento e del settore della bellezza, forse tra i più colpiti dal lungo lockdown, c’è chi ha colto dalla crisi l’opportunità per trovare il coraggio e la forza di rimboccarsi le maniche e tuffarsi in una nuova avventura.
RISTORAZIONE 
Tra le misure adottate in particolare nel settore food & beverage, anche la trasformazione dei menu da cartacei in digitali. Come? Basta fare una foto con lo smartphone al Qrcode indicato nel ristorante e consultare comodamento dallo schermo del telefonino, portata dopo portata, tutto il menu. A scegliere questa innovazione, il ristorante Buonenuove all’Etruscan Chocohotel in via Campo di Marte. «La nostra categoria – spiegano i titolari Antonello Orlandi e Silvia Ministrini -, che lavora al pubblico, è molto a rischio e dobbiamo tutelare la salute di tutti. A chi non dispone di un telefonino diamo un menu usa e getta». Simone Ragni, ristoratore dell’acropoli, oggi inaugura Gastronomia Urbana, in via della Luna, una nuova idea di ristorazione declinata in base alle nuove esigenze della, è il caso di dirlo, poca socialità. «Il locale – spiega il titolare -, con tavoli su corso Vannucci, propone con due menu: uno pensato per chi vuole mangiare sul posto e l’altro per chi preferisce take away o delivery». Purtroppo c’è anche chi non riapre. Come il ristorante L’olio di Borgo Pulciano a Montone di Tano Simonato che sugli affitti pre e post Covid non hanno trovato un accordo. «La famiglia che ha acquistato l’intero borgo - spiega lo chef Lorenzo Cantoni – con vista mozzafiato sull’Altotevere da gennaio ha chiesto un aumento del canone, quando dovremo saldare interamente i tre mesi di lockdown. Su marzo e aprile, maggio la trattativa si è incagliataSe non matureranno novità, troveremo un’altra location in Umbria». 
MODA E BELLEZZA 
Nei negozi di abbigliamento c’è chi, per tutelare clienti e lavoratori, ha fatto un piccolo investimento per acquistare delle lampade germicida che produce luce ultravioletta in grado di disattivare il dna dei microrganismi, inibendone la capacità di contaminazione. Come a Foligno, nello storico negozio Guido Abbigliamento in piazza della Repubblica. «Si tratta di piccoli e pratici dispositivi grandi come uno smartphone – spiega il titolare Andrea Donati – che passiamo lentamente sugli indumenti che hanno provato i clienti. E’ un piccolo gesto che in questa emergenza sanitaria può contribuire a tutelare tutti quanti». Anche il salone di Gianni Marcantonini nell’acropoli è a prova di coronavirus. «Ci siamo attrezzati – spiega Gianni Marcantonini - con una bara sterilizzatrici che elimina ogni tipo di batterio. Un investimento minimo che, oltre che salvaguardare la salute rende unitile i dispositivi di plastica usa e getta che inquinano l’ambiente. Basta passare la barra sui clienti e sui loro effetti personali». 
L’IDEA 
Da Spoleto arriva un’idea dedicata alle appassionate del fashion pensata a quattro mani da due imprenditrici e amiche nella vita. «Durante il lockdown – spiegano Roberta Rinalducci, parafarmacista e Daniela Cretoni, titolare delle gioiellerie Aurum - abbiamo avuto un’intuizione. Alle mascherine “made in Spoleto” abbiamo abbinato una catenina che la regge, cosi da evitare di appoggiarla in giro o di toccarla con le mani, che diventa un gioiello trasformabile: collana o braccialetto e addirittura porta occhiali». 
Cristiana Mapelli

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