Virus, super medici di famiglia e infermiere di comunità,
i dettagli del piano per non intasare gli ospedali

visita del medico di famiglia
di Cristiana Mapelli
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Venerdì 7 Agosto 2020, 08:53

PERUGIA Si chiama Piano per il potenziamento
e la riorganizzazione della rete assistenziale territoriale della
Regione. In pratica una vera e propria rivoluzione della sanità umbra
o, come ha sottolineato l’assessore alla Salute Luca Coletto insieme
al direttore Claudio Dario, «un cambiamento epocale». Dopo
l’esperienza maturata nel periodo di emergenza, la Regione rafforza la
risposta sanitaria con azioni mirate per dare servizi agli utenti. A
partire dall’assunzione di infermieri e dall’istituzione di una figura
nuova all’interno dell’Aft, le aggregazioni funzionali territoriali:
l’infermiere di comunità. Venti milioni di investimenti quelli
assegnati alla Regione per il 2020 a favore delle fasce di popolazione
più debole di cui quasi 12 milioni destinati all’assunzione di
personale.
ASSISTENZA A CASA
Il piano mira ad incentivare
l’assistenza a casa dei pazienti che non necessitano il ricovero in
ospedale, ma che devono essere comunque seguiti tramite, ad esempio,
la telemedicina. Per le spese per il personale necessario a questi
obiettivi, alle due Asl vengono assegnati circa 4,632 milioni di euro
(2,632 milioni alla Usl Umbria 1 e 2 milioni alla Usl Umbria 2).
Ripartiti, inoltre, fra le due Usl 5 milioni di euro per sostenere
costi per investimenti/acquisizioni di beni per il potenziamento della
sorveglianza sanitaria e delle cure domiciliari.
INFERMIERE DI COMUNITÀ
La novità: una figura che funge da mediatore fra famiglia e
medico di medicina generale, aiutando persone e famiglie ad
autogestire la malattia e la disabilità cronica, migliorando e
facilitando l’accesso alle cure primarie. PERSONALE Nello specifico
il Piano regionale prevede per la Usl Umbria 1, l’assegnazione di 40
infermieri per le Aggregazioni funzionali territoriali - Aft (2 per
ciascuna Aft) e 41 da distribuire ai singoli Distretti; per la Usl
Umbria 2, l’assegnazione di 32 infermieri (2 per Aft) e 29 infermieri
da distribuire ai singoli Distretti. Le risorse destinate a questo
scopo sono di 4,950 milioni di euro per il 2020 (con reclutamento con
forme di lavoro autonomo) e circa 7,150 milioni per il 2021
(attraverso assunzioni a tempo indeterminato). IL PIANO Il Piano che
ridisegnerà il futuro della sanità regionale è realizzato grazie ai
medici di medicina generale (726 in tutto quelli in Umbria), alle Aft,
le aggregazioni funzionali territoriali che attualmente sono 36 e ad
ognuna saranno assegnati almeno 2 infermieri di comunità (una sorta di
mediazione tra famiglia e medico) e alle Usca (unità speciali per la
continuità assistenziale) al momento 12 ma che, come ha evidenziato
l’assessore «si spera di farne rimanere attive almeno 6 ad aiutare
pazienti cronici e fragili». IL COT Sarà sviluppata a livello
regionale la Centrale operativa territoriale, nata tre anni fa.
Arriveranno rinforzi sul piano infermieristico e medico. Per il
personale vengono assegnati 1,125 milioni di euro sia per il 2020 che
per il 2021, destinati all’assunzione di 4 medici, 15 infermieri e 3
assistenti amministrativi. Ammontano a oltre 2,875 milioni di euro le
risorse per apparecchiature.
LISTE D’ATTESA
«Maggiori risorse, con
500 milioni di euro da dividere fra tutte le regioni, arriveranno per
andare a supportare quello che è il maggior onore del personale
medico e infermieristico per smaltire le liste di attesa»: così
l’assessore regionale alla Salute, Luca Coletto, a margine della
presentazione del Piano di potenziamento e riorganizzazione della rete
assistenziale territoriale regionale, ricordando «quanto ci ha detto
il ministro Speranza comunicandolo ufficialmente alla Commissione
salute». Proprio in quella Commissione salute dove l’assessore Coletto
aveva chiesto al ministero «un incremento dei finanziamenti perché
senza risorse quelle che sono le liste di attesa accumulate non si
riescono a smaltire perché si vanno a sovrapporre alle attuali».
 

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