Coronavirus, via alla sperimentazione del farmaco dell'Università di Perugia

Coronavirus, via alla sperimentazione del farmaco dell'Università di Perugia
di Federico Fabrizi
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 8 Aprile 2020, 08:30
PERUGIA - L’emergenza non è finita. I sei morti nell’arco delle ultime 24 ore portano a 50 il numero delle vittime del coronavirus in Umbria, l’ultima in ordine di tempo è una donna di 78 anni di Umbertide morta ieri pomeriggio all’ospedale di Città di Castello, era ricoverata nell’area Covid da tre giorni.
In una delle giornate più difficili nella battaglia al virus, una risposta arriva dall’ Università di Perugia che ieri ha ottenuto semaforo verde dall’Aifa (Agenzia italiana per il farmaco) per l’avvio di un nuovo protocollo terapeutico per i pazienti affetti da coronavirus. Il protocollo è stato progettato dalla sezione di Reumatologia del dipartimento di Medicina dell’ateneo. Lo studio inizierà nei prossimi giorni e prevede l’impiego di un vecchio farmaco, la colchicina, in genere usata per trattare gli attacchi acuti gottosi e patologie autoinfiammatorie. Saranno trattati pazienti Covid-19 in fase abbastanza precoce di malattia: la colchicina dovrebbe essere efficace nel prevenire i gravi danni organici, in particolare polmonari del virus.
L’OSPEDALE DA CAMPO
E l’Umbria avrà anche il suo ospedale da campo. Costerà tre milioni, finanziati dalla Banca d’Italia - come anticipato - e la Regione ha già avviato gli acquisti: «Contiamo di avere tutto disponibile entro 60 giorni», ha spiegato il direttore di Palazzo Donini Stefano Nodessi. La struttura è attrezzata fino a 30 posti in terapia intensiva, completamente autonoma, da poter allestire, in un giorno in qualsiasi luogo. I tecnici di Palazzo Donini lo hanno progettato a tempo di record, in meno di una settimana. Le attrezzature potrebbero essere testate nei padiglioni di Umbria Fiere, ma in caso di necessità l’ospedale potrebbe essere sistemato anche nel parcheggio di un ospedale. «Grazie alla Banca d’Italia per aver accolto il nostro progetto – ha sottolineato ieri in videoconferenza la presidente della Regione Donatella Tesei - una struttura all’avanguardia per rispondere all’attuale emergenza ed a qualsiasi altra evenienza futura».
«Siamo lieti ed orgogliosi – ha commentato il direttore della filiale perugina della Banca d’Italia, Miriam Sartini – di poter partecipare a questo importante progetto regionale. Con la presidente, da quando ci siamo conosciute poco tempo fa, c’è stata una immediata collaborazione».
Il progetto è stato messo nero su bianco con l’aiuto di tre consulenti medici, esperti in campo militare, partendo dalla vecchia struttura a disposizione della Regione. Il nuovo ospedale avrà quattro gallerie da 60 metri quadrati dotate di impianto elettrico e di riscaldamento a gasolio, una sala operatoria e la fornitura di ossigeno per 30 giorni, la fornitura di acqua si basa su rete con tubazioni che va alimentata da un potabilizzatore.
«Per vincere le guerre – spiega il direttore regionale Claudio Dario – serve una linea difensiva efficace. Il nostro obiettivo era ed è quello di evitare la saturazioni del sistema sanitario, soprattutto di terapia intensiva. Dai 69 posti che avevamo ad inizio emergenza siamo già arrivati a 120, grazie ad interventi logistici e impiantistici nelle varie strutture ospedaliere, e vediamo i 150 posti come fronte estremo. Ora, grazie all’ospedale da campo, potremo contare su una struttura posizionabile ovunque, che è una importante opportunità sia nel caso di un peggioramento della situazione attuale, sia per altre emergenze».
© RIPRODUZIONE RISERVATA