Spariti cento assegni di sollievo. La mamma di un disabile: «Ora come pago l'assistenza?»

Spariti cento assegni di sollievo. La mamma di un disabile: «Ora come pago l'assistenza?»
di Luca Benedetti
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Lunedì 16 Novembre 2020, 13:00 - Ultimo aggiornamento: 13:02

PERUGIA - C’è un buco che pesa nella partita degli assegni non pagati ai disabili. C’è un buco che racconta come nel 2019 nel distretto del Perugino i pagamenti si siano fermati. A quelli del 2018, meno circa il novanta per cento. Il dato è emerso durante un incontro avvenuto nei giorni scorsi con la Asl, una delegazione di mamme e Alessandro Petruzzi, leader di Federconsumatori che ha sin da subito ha spalleggiato la battaglia della famiglie rimaste in attesa dei soldi per pagare l’assistenza a figli e familiari disabili.
Una storia piena di buio che ha portato la Asl 1 ad avviare un’indagine interna che ha confermato gli intoppi e che potrebbe arrivare anche a provvedimenti disciplinari. Dopo la conferma che i soldi ci sono e anche le scuse ai pazienti.
«Ma nonostante tutto- racconta Alessandro Petruzzi- dall’incontro che abbiamo avuto nei giorni scorsi, è emerso che chi ha preso i soldi nel 2018, quelli che non ha ricevuto nel 2019 non li vedrà più. Parlano i numeri al di là dei giro di parole. L’assegno di sollievo ha riguardato 104 soggetti nel 2018. E visto che i soldi c’erano era scontato che venissero assegnati anche per il 2019. Invece quei soldi sono arrivati soltanto il dieci per cento dell’anno prima. Lo hanno avuto dieci assistiti. Ci è stato detto che, dopo un accordo con le forze sociali, il fondo è stato stornato per altri interventi. Quindi il 2019 resterà un buco assurdo. Con famiglie che non potranno avere i soldi e si sono pagate l’assistenza con le proprie tasche. Come ci ha detto una mamma con un figlio disabile. Ci sembra una cosa assurda».
Tra l’altro durante il faccia a faccia con la Asl, Federconsumatori ha chiesto conto e ragione dei criteri che hanno portato a dirottare i soldi su altri progetti. E ha chiesto dove si trovano le graduatorie per capire perché e come sono state scelte alcuni soggetti e non altre nell’assegnazione dei fondi residui. Insomma, a sentire l’associazione dei consumatori, non sono bastati accertamenti e indagini interne, per arrivare a una soluzione lineare. Certo, in quest partita il Covid è lontano. O forse sembra lontano visto che il buco del contributo va a pesare sulle famiglie in un momento molto complesso e difficile dal punto di vista economico.
Ancora Petruzzi: «Per le annualità che andavano dal 2019-al 2021 per quel tipo di assistenza c’erano nove milioni di euro l’anno.

Poi il triennio è stato rimodulato sul 2022. Ma resta quel buco per il 2019 a Perugia che non si spiega. Visto che altri distretti hanno regolarmente pagato le quote previste. Perché?». E Federconsumatori guarda anche a una delibera regionale del 28 ottobre scorso rispetto al sosteno a scuola. «Nell’allegato alla delibera- dice Federconsumatori- non c’è più la possibilità il pagamento personale alla scuola, sistema per utilizzare i fondi per i ragazzi con disabilità. Che così, al di là della apertura o meno delle scuole per il virus, restano a casa. E così non va».

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