Continua la pressione sugli indiani della Jindal per vendere subito la Treofan

Uno scorcio della Treofan
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Mercoledì 30 Dicembre 2020, 10:08 - Ultimo aggiornamento: 10:11

La riunione c’è stata ed è servita per definire una strategia complessiva da parte del Governo e dei Sindacati nei confronti della Jindal, che non vorrebbe vendere il sito di Terni di Treofan per paura che poi vi sia una concorrenza indiretta. Ma le Segreterie Nazionali di Filctem, Femca, Uiltec hanno trovato nella sottosegretaria Alessandra Todde, un alleato per sviluppare questa strategia, in modo che si possa pensare, successivamente, a un nuovo compratore.

Nello specifico, le azioni intraprese sono state le seguenti:

• Verifica attraverso l’Agenzia delle Dogane per eventuali abusi commessi da Treofan per merci provenienti dalla U.E con dichiarazioni non conformi alla legge.

• Moral suasion che attraverso un’informazione dettagliata verso i maggiori clienti li porti a conoscere i comportamenti dell’azionista Jindal, non conformi a regole dettate dalle modalità di buone relazioni comportamentali nei confronti dei Lavoratori, delle Istituzioni e del Sindacato.

Questa azione ha comportato una riduzione di ordini da parte dei clienti abituali del gruppo Treofan/Jindal.

• Verifica dei finanziamenti pubblici e del loro corretto utilizzo, come ad esempio l’erogazione del finanziamento del MIUR di circa 1 milione di euro nel quale tra le clausole rientrava l’impegno di mantenere le attività per 5 anni. Sono state attivate le procedure per il rientro del finanziamento.

• Per il finanziamento ricevuto dalla Regione Puglia si stanno facendo ulteriori verifiche per il suo corretto utilizzo soprattutto in relazione allo spostamento di ordini dallo stabilimento di Terni ad altri siti produttivi del gruppo Jindal.

Da parte delle OO.SS. è stato sottolineato che nel corso dell’incontro del 16 dicembre 2020 con il Liquidatore è stata consegnata una memoria, che evidenziava come l’attivazione della procedura di liquidazione sia illegittima e non suffragata da elementi oggettivi che ne identifichi la correttezza giuridica.

A tal proposito durante quella riunione le Segreterie Nazionali, le strutture Territoriali e le Rsu hanno richiesto al Liquidatore di ritirare la procedura di licenziamento e attivare gli strumenti di ammortizzatori sociali conservativi (CIGS). Solo grazie all’attivazione di questo strumento si consentirebbe di avere un tempo maggiore per costruire una proposta imprenditoriale che possa consentire una continuità produttiva.

 Sempre da parte delle OO.SS. è stata dichiarata l’assoluta necessità di accelerare tutti i processi in quanto i tempi della procedura di licenziamento stanno avanzando e attualmente mancano soltanto 39 giorni alla scadenza della seconda fase, ovvero quella istituzionale, concludendo di fatto i 75 giorni di legge per la discussione della stessa. 

Abbiamo inoltre evidenziato agli esponenti del Mise come altri soggetti imprenditoriali sono interessati a proporre delle manifestazioni di interesse per rilevare l’unita produttiva, ma deve essere assolutamente superata l’attuale posizione della proprietà indiana che intende liquidare l’azienda e realizzare un profitto.

Tutte le parti intervenute all’incontro come il Mise, la Regione, il Comune hanno manifestato la volontà di impedire questo progetto da parte di Jindal e ricercare alternative che diano una prospettiva al sito di Terni.

Visto i tempi molto ristretti entro i quali deve essere trovata una soluzione, il Ministero si è impegnato a riconvocare le parti entro 7/10 giorni per un aggiornamento generale sulle azioni messe in atto.   

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