Contagi in Umbria, terapie intensive mai così piene: 56% di occupazione. E arriva il nuovo reparto “da campo”

Il nuovo ospedale da campo a Perugia
di Egle Priolo
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Lunedì 8 Febbraio 2021, 10:07 - Ultimo aggiornamento: 11:50

PERUGIA - Cinquantasei per cento. Anzi. Per essere precisi 56,15 per cento. È il tasso di occupazione dei posti letto nei reparti di terapia intensiva in Umbria, aggiornato dopo gli ultimi dati forniti dalla Regione: mai così alto dall'inizio della pandemia. Un tasso arrivato a seguito dell'ultimo picco dei nuovi pazienti ricoverati in un giorno: 26 solo nelle passate ventiquattrore, che fanno salire il totale a 484. Tra loro, appunto, anche i 73 pazienti finiti in terapia intensiva (tre più di sabato) che a fronte dei 130 posti disponibili in tutti gli ospedali umbri fanno schizzare il tasso di occupazione a oltre il 56 per cento. Quando la soglia critica è considerata il 30 e con una media nazionale, secondo gli ultimi dati del Ministero, che si attesta a circa il 26 per cento.

Numeri, confermati anche da Agenas (l'Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali) oltre che dalla matematica, che fanno spavento e che spiegano anche i timori e soprattutto le restrizioni, con una zona rossa rinforzata da oggi per 65 comuni umbri, imposte da oggi e fino al 21 febbraio.
In base ai dati forniti dalla dashboard della Regione e aggiornati a ieri mattina, l'ospedale di Perugia supera quello di Terni per i posti letto occupati, con 131 pazienti ricoverati di cui 22 in terapia intensiva (111 e 21 al Santa Maria).
In crescita anche i nuovi positivi - accertati nell'ultimo giorno 382 nuovi casi (+8,8%), con 6.784 attualmente positivi, 202 in più di sabato – e le vittime del coronavirus, arrivate in totale a 834 con gli ultimi tre decessi registrati. I guariti sono stati 177 (+0.58%), mentre sempre nelle passate 24 ore sono stati analizzati 3.611 tamponi e 4.010 test antigenici: il tasso di positività totale è del 5 per cento, 10,57 per cento sui soli antigenici (sabato era 8,2%).
E se, in base anche all'ultimo report della cabina di regia che pone l'Rt puntuale dell'Umbria sopra l'1 insieme alla provincia di Bolzano, si capiscono le ultime decisioni di Regione e Comuni. «Quelle adottate sono misure drastiche ma dovute per tutelare la salute dei cittadini.

Troppe vittime e troppi ricoveri. Dobbiamo fermare insieme il Covid», sottolinea il presidente facente funzioni di Anci Umbria Michele Toniaccini. «È giunto il momento di rispettare le regole in maniera ferrea, per non superare il punto di non ritorno», ha detto all'Ansa. «Abbiamo chiesto chiarimenti - ha annunciato Toniaccini - su alcune questioni come quella delle scuole. In particolare sulla possibilità per gli studenti di spostarsi da un'area rossa a quella arancione per frequentare le lezioni se queste sono previste in presenza». Altra questione è quella dei tamponi per la popolazione. «Lo screening di massa della popolazione è un obiettivo dell'Anci», ha chiuso il presidente.

IL NUOVO REPARTO “DA CAMPO”
Intanto ieri è stato consegnato ufficialmente alla gestione del Santa Maria della Misericordia, di cui diverrà un reparto, dopo il collaudo da parte dei tecnici preposti, l’ospedale da campo della Regione Umbria, al momento installato nei pressi della struttura ospedaliera. «Una struttura, di cui si è dotata la Regione Umbria che è e sarà estremamente utile nelle emergenze, Covid e non», ha affermato la presidente Donatella Tesei che ha espresso soddisfazione per la realizzazione del progetto nato dall’idea della stessa Regione e finanziato dalla Banca d’Italia. «La struttura – ha detto il direttore generale dell’Azienda ospedaliera, Marcello Giannico - permette di ampliare l’offerta di posti letto anche in terapia intensiva dedicati al Covid, divenendo di fatto un nuovo reparto dell’ospedale Santa Maria della Misericordia». La struttura è composta da 10 posti di terapia a bassa intensità, 16 di terapia subintensiva e 12 di terapia intensiva, dotato di macchinari di ultima generazione e collegato con i gas medicali dell'ospedale. L’ospedale da campo è dotato sia di riscaldamento che aria condizionata, nonché di gruppi di generazione in grado di farlo funzionare anche in caso di mancanza di energia elettrica.

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