Lo scoglio per Malvetani presidente sembra essere il sindaco Latini, considerando l'attacco che arriva dagli abolizionisti. «Faremo una visita a Palazzo Spada per stanare Latini e capire cosa ne penda dei due milioni di euro che i ternani pagano ogni anno», è l'annuncio degli abolizionisti che riaprono così la stagione della mobilitazione. E la Lega che fa? Invece di difendere il sindaco dagli attacchi del Comitato, cavalca il tema «dell'equità fiscale sull'intero territorio regionale», tanto caro agli abolizionisti. Poi, chiarisce il peso che avrà la Lega nella scelta del presidente «accogliamo con piacere l'elezione, a vario titolo, di ben tre sindaci di area centrodestra». Ago della bilancia, a questo punto, potrebbe essere il sindaco Montani, con la Lega che si auspica «che gli schemi per l'elezione del presidente emersi prima della riammissione del sindaco Montani, siano scardinati dalla stessa e che si apra una nuova fase di confronto». A pagare il prezzo più alto potrebbe essere la Coldiretti, nonostante tre eletti nel Cda su sette. Se Montani dovesse seguire la rotta indicata dalla Lega, i quattro voti che servono per eleggere Malvetani ci sono tutti. Ma vorrebbe dire far fuori il mondo agricolo più rappresentativo. Difficile da immaginare. Anche la suddivisione tra Coldiretti (Tamburini presidente) e Confagricoltura (Malvetani vicepresidente) non appare percorribile, perché sarebbe tagliato fuori l'ambito urbano rappresentato da Morento Montori. Insomma, la partita è aperta.
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