Terni, consiglieri comunali morosi
La Procura invia gli avvisi
di chiusura indagine
per il reato di falso ideologico

Terni, consiglieri comunali morosi La Procura invia gli avvisi di chiusura indagine per il reato di falso ideologico
di Corso Viola di Campalto
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Mercoledì 19 Settembre 2018, 12:06 - Ultimo aggiornamento: 18:06
TERNI In queste ore nove consiglieri comunali stanno ricevendo altrettanti avvisi di chiusura indagine  perché indagati dalla Procura  per il reato di  falso ideologico in atto pubblico commesso da privato. Per avere reso false dichiarazioni al momento dell'accettazione dell'elezione a palazzo Spada. Infatti, hanno dichiarato di non avere alcun debito con l'amministrazione comunale e le sue partecipate (Sii, Terni Reti e Asm)  stato invece per il quale sarebbero risultati incandidabili. False dichiarazioni emerse in seguito all'istruttoria portata avanti dal segretario generale  Giuseppe Aronica  che ha fatto emegere le morosità che tutti consiglieri e assessori coinvolti hanno sanato in seguito rendendo la loro carica a tutti gli efffetti legittima. Si tratta di Emanuele Fiorini, Monia Santini e Giulia Silvani della Lega, Federico Brizi e Francesco Maria Ferranti di Forza Italia, Maurizio Cecconelli di Fratelli d'Italia, Michele Rossi di Terni Civica e Luca Simonetti di M5s. Avviso di chiusura indagine anche per l'ex consigliere di Forza Italia Raffaele Federighi  decaduto da pochi giorni per una condanna subita negli anni Ottanta.
Per quanto riguarda le morosità poi tutte sanate  hanno  riguardato Federico Brizi ( 401,85 euro per TerniReti), Emanuele Fiorini ( 528,24 euro), Giulia Silvani (593,14 euro), Luca Simonetti (77 euro quota mensile di refezione scolastica), Maurizio Cecconelli (6.553,07 euro per Tarsu e Asm), Michele Rossi (9.457,07 fra Tarsu, Asm e Sii), Francesco Maria Ferranti (213,18 euro al Comune), Monia Santini (75,53 euro del Servizio idrico).
Poi Raffaello Federighi (3.739,05 per Comune, Asm e Sii). Alla consigliera Silvani viene inoltre contestato di non aver dichiarato di essere titolare della concessione di alcuni immobili comunali, altra causa di incompatibilità poi sanata. All'assessore Sonia Bertocco, infine, la procura contesta dI non aver attestato la carica di amministratore delegato della società pubblica Aman Scpa, dalla quale si è nel frattempo dimessa. Il reato contestato dalla Procura è come detto il falso ideologico in atto pubblico commesso da privato in quanto al momento della firma ell'accettazione dell'elezione  non erano ancora formalmente ancora eletti e quindi non ancora pubblici ufficiali.
Il falso ideologico in atto pubblico comemsso da privati  non fa parte di quelli previsti dalla legge Severino che costringono gli amministratori alla sospensione. La Legge Severino  prevede la sospensione dall'incarico di un amministratore pubblico nel caso subisca condanne, anche in primo grado, per peculato, corruzione, concussione e abuso d'ufficio.
L'inchiesta avviata e chiusa dallaProcura è partita dopo l' esposto presentato da l consigliere Pd Vladimiro Orsini.

 
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