Confartigianato al Prefetto: «Troppe multe ingiustificate»

Confartigianato al Prefetto: «Troppe multe ingiustificate»
di Aurora Provantini
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Lunedì 27 Aprile 2020, 20:02

Confartigianato chiede al Prefetto di Terni di intervenire dando univocità alle azioni di controllo da parte degli organi competenti, in merito a quanto previsto dalle varie ordinanze. «Se è concesso ad un autolavaggio di restare aperto in un momento in cui chi è costretto a svolgere un servizio essenziale ha tra l’altro la necessità di sanificare la vettura con cui gira, com' è possibile che le forze dell’ordine sanzionino le persone durante lo spostamento da casa all’autolavaggio?» Eppure è successo a più di un cliente. Allora il titolare di uno di loro scrive a Confartigianato e il direttore Michele Medori, senza pensarci due volte, sottopone la questione direttamente al Prefetto.
«Queste sanzioni disorientano sia gli artigiani che ancora restano aperti, che i cittadini – dice Medori – e diventa più che mai necessario che le interpretazioni da parte delle autorità di vigilanza tengano conto che se un’autofficina resta aperta ed è consentito fare una riparazione o lavare un’auto, la gente non può incorrere in sanzioni».
Mirko Liti, dell’autofficina Lm Futur Car sulla Flaminia, è uno di quelli che continua a lavorare nonostante il fatturato sia di un quarto rispetto a quello dello stesso periodo del 2019: “Faccio assistenza per Farmaservice e Transervice, non eseguo tagliandi, ma se c’è un’emergenza garantisco il servizio. Purtroppo però è capitato che più di un cliente che aveva la necessità di controllare la vettura per via di una spia accesa o altro, è stato multato durante il tragitto”.
Un controsenso, per Michele Medori.  Enzo Nini, dell’autolavaggio di via Campofregoso chiude proprio per questa ragione: «per evitare multe ai miei clienti». Di venerdì 24 aprile la lettera di Confartigianato al Prefetto di Terni. «I controlli devono tenere conto delle normative – sottolinea Medori -  proprio ieri tre paste all’uovo sono state costrette a chiudere nonostante un’ordinanda della Regione dell’Umbria ne consentiva l’apertura, trattandosi di attività artigiane e non commerciali. Intanto però si sono viste sanzionare con 400 euro, più le evidenti conseguenze sia dal punto di vista economico (per la perdita del lavoro della giornata) che di rapporto con la propria clientela». 

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