Confapi Terni pronta a partire con tre comunità energetiche: la burocrazia mette lo stop

Confapi Terni pronta a partire con tre comunità energetiche: la burocrazia mette lo stop
di Monica Di Lecce
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Lunedì 12 Settembre 2022, 12:53

C’è un gruppo di piccole e medie imprese del Ternano che si sono poste il problema dei costi energetici molto prima che scoppiasse la questione del caro bolletta. Già un anno fa la Confapi Terni ha iniziato a lavorare per la costituzione di tre comunità energetiche. Ma quella che poteva essere una novità sul territorio e che di certo avrebbe consentito alle aziende aderenti di avere un’autonomia energetica, si è bloccata davanti alla burocrazia. Il progetto, quindi, partito con largo anticipo rispetto alla problematica che è esplosa in questi ultimi mesi, ha subìto una brusca frenata. Un paradosso. Come paradossale è la situazione di altre piccole e medie imprese aderenti sempre a Confapi che, dotate di impianti fotovoltaici e quindi con una propria autonomia energetica, subiscono indirettamente gli effetti del caro energia perché registrano un calo delle commesse.

«La situazione è drammatica - rivela Michele Marinelli, presidente di Confapi Terni - siamo di fronte a una crisi che ricorda quella del 2008 legata al fallimento di Lehman Brothers. I costi per le imprese sono triplicati. Le difficoltà investono sia le aziende energivore che quelle non energivore. Stiamo vivendo una crisi di sistema che, a cascata, si ripercuote su tutti». Il presidente di Confapi Terni porta un esempio pratico. «Ci sono associati che hanno un alto consumo di energia ma che non hanno risentito delle maggiorazioni sulle bollette in quanto da tempo si sono dotati di un impianto fotovoltaico – spiega Marinelli – Queste realtà subiscono comunque l’impatto del caro bolletta perché i loro maggiori clienti invece sono in difficoltà per i costi dell'energia e quindi riducono gli ordini. Pertanto le prime sono costrette a fermarsi o quasi per mancanza di commesse».

Il presidente di Confapi parla di situazione emergenziale che richiede interventi straordinari. «Si parla del tetto al prezzo dell’energia che è fondamentale – osserva Michele Marinelli - ma servono interventi immediati per consentire subito alle aziende di predisporre altri interventi a più lunga durata.

Le misure da adottare investono diversi fronti. Penso per esempio al credito di imposta rispetto al quale andrebbe allargata la platea delle aziende beneficiarie; alla riduzione dell’Iva sull’energia elettrica. Ma tra le misure di più rapida iniziativa che si potrebbero adottare per dare un aiuto alla liquidità, c’è la rateizzazione automatica delle bollette da parte dei fornitori».

Confapi, però, ragiona più in prospettiva. In un’ottica di investimenti sulle energie rinnovabili.

«Da più di un anno Confapi, consorzio Seci e gruppo Free Luce e Gas – spiega il presidente – stanno lavorando alla costituzione di tre comunità energetiche: singoli produttori che attingono alla stessa cabina primaria, si mettono a rete, per impianti da 600 megawatt. Una iniziativa in collaborazione con Enel distribuzione». In pratica si tratta di una sinergia, una collaborazione tra aziende, che consente loro l’autonomia energetica. «Si tratta di un sistema virtuoso - spiega ancora Marinelli - per cui se produco più energia di quella che mi occorre, la condivido con gli altri. Oppure, non ho la possibilità di sostenere i costi del fotovoltaico, ma metto a disposizione i miei spazi per consentire ad altri di farlo». Il progetto, che doveva procedere spedito, ha incontrato però una serie di intoppi burocratici. «Da aprile – rivela il presidente – stiamo ancora aspettando i decreti attuativi. Se si vuole puntare sulle rinnovabili, serve una semplificazione della burocrazia e autorizzazioni più snelle».

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