PERUGIA - «Ero disperato. Per trovare lavoro a mia figlia io sono andato dappertutto. Ho chiesto a chiunque, nel pubblico e nel privato. Bocci e Valorosi? Li andavo ad aspettare fuori dagli uffici per chiedere loro di aiutarmi. Se li conoscevo? Erano personaggi in vista, li avevo visti in televisione».
Emerge anche questo, emerge anche la disperazione di un padre e la cieca speranza nel «sistema» dal processo sui presunti concorsi truccati in sanità noto come Concorsopoli. Ieri, infatti, durante l'ennesima udienza nell'aula del Capitini per parlare della prova di idoneità per le categorie protette, sul banco dei testimoni, chiamato dalla procura, è arrivato l'uomo che avrebbe provato «in tutti i modi» ad aiutare la figlia. Tanto da presentarsi sotto le varie sedi di lavoro di alcuni degli imputati del maxi processo pur di trovarle un'occupazione stabile. Un'ossessione tale da parlarne con amici e conoscenti, fino a chi gli avrebbe fatto il nome proprio dell'ex sottosegretario al ministero degli Interni e dell'ex direttore amministrativo del Santa Maria della misericordia, entrambi in aula per difendersi dalla ricostruzione dei pm Mario Formisano e Paolo Abbritti che contestano anche a loro l'accusa di associazione per delinquere. L'uomo ha confermato i suoi drammatici tentativi, in una rivisitazione perugina di qualche commedia amara di Eduardo De Filippo. Ma davanti ad alcune reticenze e non ricordo ha fatto perdere la pazienza al presidente del collegio Marco Verola, che chiedeva conto di come e perché fosse arrivato a chi è accusato di aver fatto parte di quella «rete di sistema». «Non ricordo. Io ne parlavo con tutti. Ma si sa che se sei nessuno – è la stringata sintesi della sua testimonianza – devi andare da chi conta. Ha sempre funzionato così. Io ero disperato, sono andato via di testa. Per i figli si farebbe qualunque cosa. Valorosi? Lo aspettavo sotto il Chianelli, ci andavo dopo che avevo curato gli orti dei pensionati. Cosa mi ha risposto Bocci? Che non poteva aiutarmi perché fuori dai giri». Un'ammissione del sistema secondo l'accusa, la prova che non ci fu alcun interessamento secondo la difesa. Di certo, un'altra udienza frizzante, in cui il nervosismo in aula inizia a farsi palpabile.
Tanto che la precedente e ben più pesante testimonianza è passata quasi come un mero aperitivo.