Sono state confermate le misure cautelari degli arresti domiciliari. Secondo i giudici, ai quali i tre - ai domiciliari dal 12 aprile scorso - avevano chiesto la revoca della misura cautelare, sussiste il pericolo dell'inquinamento probatorio.
LA RICHIESTA
Gli indagati, rappresentati dagli avvocati David Brunelli e Francesco Falcinelli, aveano chiesto la revoca della misura sostenendo l'insussistenza delle esigenze cautelari. Bocci, già sottosegretario agli Interni nei governi Letta, Renzi e Gentiloni, era l'unico indagato presente nel palazzo di giustizia. Nei giorni scorsi Bocci, Duca e Valorosi si erano avvalsi della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Valerio D'Andria che aveva rimesso in libertà soltanto l'assessore dimissionario alla sanità Luca Barberini.
«A mio parere non sussiite l'attuiliatà dell'esigneza cautelari. Duca si è dimesso dalla carica di commissario straordinario dell'azienda ospedaliera, al suo posto è subentrato un altro che svolgerà tutte le attività prima a Duca riconducibili. Non vi è quindi a mio parere alcuna possibilità di reiterazione di comportamenti e pericolo di inferenza nello svolgimento delle indagini che hanno avuto il loro corso e il loro compiuto svolgimento» ha detto l'avvocato Francesco Falcinelli, difensore di Duca, all'uscita dall'udienza. «Aspettiamo» si è limitato a dire l'avvocato David Brunelli, che difende Bocci (assieme all'avvocato Diddi) oltre a Barberini e Valorosi.
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