«Possono ancora inquinare le prove». Scandalo sanità: Bocci, Duca e Valorosi restano ai domiciliari

Gianpiero Bocci all'uscita del tribunale dopo l'udienza
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Lunedì 29 Aprile 2019, 14:23 - Ultimo aggiornamento: 30 Aprile, 13:41
PERUGIA - «Vogliamo tornare liberi, sono venuti meno i motivi per la detenzione agli arresti domiciliari». L'ex segretario del Pd umbro Gianpiero Bocci, l'ex dg dell'ospedale di Perugia Emilio Duca e il direttore amministrativo Maurizio Valorosi, finiti agli arresti domiciliari nell'ambito dell'inchiesta sui presunti concorsi truccati al Santa Maria della Misericordia, hanno chiesto al tribunale del Riesame di tornare liberi. Ma i giudici del tribunale del Riesame hanno detto no.

Sono state confermate le misure cautelari degli arresti domiciliari. Secondo i giudici, ai quali i tre - ai domiciliari dal 12 aprile scorso - avevano chiesto la revoca della misura cautelare, sussiste il pericolo dell'inquinamento probatorio.

LA RICHIESTA 
Gli indagati, rappresentati dagli avvocati David Brunelli e Francesco Falcinelli, aveano chiesto la revoca della misura sostenendo l'insussistenza delle esigenze cautelari. Bocci, già sottosegretario agli Interni nei governi Letta, Renzi e Gentiloni, era l'unico indagato presente nel palazzo di giustizia. Nei giorni scorsi Bocci, Duca e Valorosi si erano avvalsi della facoltà di non rispondere durante l'interrogatorio di garanzia davanti al gip Valerio D'Andria che aveva rimesso in libertà soltanto l'assessore dimissionario alla sanità Luca Barberini. 

 «A mio parere non sussiite l'attuiliatà dell'esigneza cautelari. Duca si è dimesso dalla carica di commissario straordinario dell'azienda ospedaliera, al suo posto è subentrato un altro che svolgerà tutte le attività prima a Duca riconducibili. Non vi è quindi a mio parere alcuna possibilità di reiterazione di comportamenti e pericolo di inferenza nello svolgimento delle indagini che hanno avuto il loro corso e il loro compiuto svolgimento» ha detto l'avvocato Francesco Falcinelli, difensore di Duca, all'uscita dall'udienza. «Aspettiamo» si è limitato a dire l'avvocato David Brunelli, che difende Bocci (assieme all'avvocato Diddi) oltre a Barberini e Valorosi.
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