Concorsopoli, per gli imputati si avvicina il momento della loro verità. Battaglia sulle conferme delle prove truccate

Concorsopoli, per gli imputati si avvicina il momento della loro verità. Battaglia sulle conferme delle prove truccate
di Egle Priolo
3 Minuti di Lettura
Martedì 13 Dicembre 2022, 09:24 - Ultimo aggiornamento: 14 Dicembre, 11:10

PERUGIA - Concorsopoli, dopo la lunghissima carrellata dei testimoni della procura, il processo sui presunti concorsi truccati in sanità è pronto a dar spazio a difese e imputati. Ieri, infatti, nella maxi aula del Capitini, le ultime battute dedicate ai testi del pubblici ministeri Paolo Abbritti e Mario Formisano sono state quelle del colonnello Selvaggio Sarri, ai tempi in cui è nata e deflagrata l'inchiesta che ha decapitato politica e sanità in Umbria nel 2019 al comando del Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza.

Sarri già da diverse udienze ha ripercorso le fasi delle indagini coordinate dalla procura, ha raccontato alla corte presieduta da Marco Verola di aver ascoltato e visto imputati e beneficiari prendere quelli che secondo le accuse erano gli accordi di una «rete di sistema» per i concorsi con l’aiutino. Ha poi ricordato gli interessamenti e le pressioni per le procedure concorsuali finite nel mirino dei sostituti procuratori, ricostruendo i passaggi dell'inchiesta e gli episodi per cui ora sono sotto processo oltre 30 persone, tra politici, ex dirigenti e sanitari. Ieri, quindi, si è concluso il controesame da parte di alcune difese, con gli avvocati Alessandro Diddi, Francesco Falcinelli e Marco Brusco a sottolineare gli aspetti attraverso i quali sono pronti a dimostrare la correttezza dell'operato dei propri assistiti. Oltre ad alcune scaramucce in punta di diritto, su questioni magari formali ma considerate sostanziali - come le visite della guardia di finanza al Santa Maria della misericordia fatte passare per accertamenti amministrativi per non svelare l'apertura di un procedimento penale -, uno dei passaggi che le difese ritengono essenziale è forse quello in cui il colonnello ha risposto «No» a una domanda della difesa. In particolare al quesito posto dall'avvocato Brusco, a proposito di alcune procedure concorsuali tra cui quella per Geriatria, se gli inquirenti – al di là delle «chiacchiere» ascoltate con le intercettazioni – avessero trovato altri riscontri ai presunti aiuti. Messaggi, accordi, tracce passate come pizzini o qualsiasi altra conferma ai discorsi sentiti nel corso delle investigazioni. L'avvocato Brusco si riferiva a casi specifici, va detto, ma l'alto finanziere a quella domanda ha dovuto rispondere in maniera negativa. Che sia un punto o meno per la difesa lo stabilirà la corte, ma gli imputati – dopo mesi di sfilata di “accusatori” (compreso chi da testimone è passato a indagato e poi anche condannato) – forse iniziano a respirare in attesa di potere ascoltare i propri testimoni. Ma non solo. Perché alcuni di loro sono pronti a farsi ascoltare direttamente dai giudici, ma i loro esami non inizieranno prima di febbraio. Perché prima di parlare faccia a faccia con la corte, di raccontare in aula le proprie verità, hanno chiesto di poter visionare le trascrizioni, che non saranno pronte prima dell'anno nuovo.
Stamattina quindi si torna in aula, ma fondamentalmente per calendarizzare i prossimi appuntamenti.

Ci sono anche i testimoni delle parti civili (Regione, Asl, Azienda ospedaliera e CittadinanzAttiva) da ascoltare e, nonostante gli appuntamenti nell'ultima fase si siano fatti molto fitti, ci vorranno ancora diversi mesi prima di arrivare a una sentenza.

© RIPRODUZIONE RISERVATA