PERUGIA - Tre anni per Diamante Pacchiarini e uno per Fabio Madonnini: queste le richieste avanzate dai pubblici ministeri Mario Formisano e Paolo Abbritti ieri nel corso dell’udienza preliminare davanti al giudice Angela Avila per il filone principale di Concorsopoli, il processo iniziato dopo l’inchiesta sui presunti concorsi truccati in ospedale nel 2018 che ha originato un terremoto giudiziario sulla politica e sanità regionale.
LE RICHIESTE
Tra i 39 imputati alcuni hanno chiesto il rito abbreviato: è il caso dell’ex direttore sanitario del Santa Maria della Misericordia, che ha aperto l’udienza con delle dichiarazioni spontanee, accusato di associazione a delinquere assieme agli altri ex manager Emilio Duca e Maurizio Valorosi e all’ex governatrice Catiuscia Marini, all’ex assessore alla Sanità Luca Barberini, all’ex sottosegretario Gianpiero Bocci, e a Maria Cristina Conte, Antonio Tamagnini e Rosa Maria Franconi. Ma è anche il caso di Madonnini, accusato di rivelazione di segreti d’ufficio per aver rivelato a Duca e Valorosi la presenza di cimici nei loro uffici.
I due legali, sul solco già tracciato dai loro colleghi sulla questione, hanno insistito soprattutto sul concetto di insussistenza dell’associazione per delinquere come struttura aperta. Altra questione dibattuta riguarda quella del rapporto tra falso ideologico e abuso d’ufficio: per pm coesistono e l’abuso non viene assorbito dal falso ideologico. Hanno poi concluso le parti civili. Il giudice ha rinviato al 19 gennaio per le discussioni delle difese sull’abbreviato, il 26 previste le repliche e poi la decisione.