E se nella conca un certo sollievo lo sta dando la irrigazione straordinaria nei terreni collinari invece la situazione è drammatica. Ed è una situazione che interessa almeno quattromila aziende di dimensioni più o meno grandi. A queste vanno poi aggiunte le tremila di Orvieto. “Siamo arrivati, purtroppo alla resa dei conti del cambiamento climatico – spiega Leonardo Comaschi, responsabile provinciale della Confederazione degli agricoltori, della Cia – si deve fare per forza una selezione di quello che si deve coltivare. Eccome. Sono finiti i tempi della improvvisazione”. Anche alla Coldiretti, occhi attenti alla siccità. “Continuasse così avremmo dei danni superiori a quelli di due anni fa – spiega Albano Agabiti, il presidente – stiamo attentamente monitorando quello che accadendo”.
Alla mancanza di pioggia poi si è accompagnato pure l’escursione termica: in questo periodo le notti sono fredde mentre la temperatura sale di quasi venti gradi durante il giorno: è una condizione che le piante soffrono in modo particolare e che aggiunge danno al danno. Poi ci è accorti che nella Conca Ternana, vuoi per il microclima, vuoi per le correnti in quota, c’è stata molto meno precipitazione che nel resto della Regione, nella provincia di Perugia. Alla Coldiretti non sono ancora pronti ad una richiesta di aiuto: “Stiamo monitorando in maniera costante l’evoluzione della temperatura e della piovosità – spiegano – d’altra parte i nostri occhi e le nostre orecchie sono gli agricoltori, dei quali stiamo raccogliendo le lamentele e le preoccupazioni”. Alla Coldiretti spingono anche ad una realizzazione di impianti come quelli in Comune di Sangemini, dove sono stati realizzati dei piccoli laghi, che poi servono nei periodi di magra. “Tutte le azioni perché si riesca a trattenere al massimo le precipitazioni sono da perseguire dice Leonardo Cremaschi. Al momento dell’acqua che arriva dal cielo, solo l’undici per cento viene adoperata dagli agricoltori.
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