Accusati di falsificare i cartellini
assolti quattro operai del Comune

Accusati di falsificare i cartellini assolti quattro operai del Comune
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Sabato 27 Marzo 2021, 09:26 - Ultimo aggiornamento: 09:27

TERNI La sentenza del giudice del tribunale di Terni Massimo Zanetti è arrivata ieri pomeriggio puntuale alle ore 17, i quattro operai dell’autoparco comunale di Stroncone imputati per il reato di truffa aggravata sono stati tutti assolti “perché il fatto non costituisce reato”, ed anche dall’accusa di falso, in relazione alle attestazioni di presenza per la “particolare tenuità del fatto”. Malgrado il pm avesse chiesto condanne per un massimo di un anno e 6 mesi di reclusione. Il blitz dei carabinieri risale al lontano 15 giugno del 2016: ai domiciliari finirono sette operai dell’autoparco del Comune di Stroncone, accusati di aver messo in piedi un sistema per far figurare la timbratura al lavoro di colleghi che invece non sarebbero stati presenti. A tutti, fu contestata la truffa aggravata continuata in concorso. Un’indagine delicata, coordinata dall’ex pm del tribunale di Terni Elisabetta Massini. Poi, fronte al gup, Simona Tordelli, nel giugno del 2017, si era svolta l’udienza per tutti e sette. Tre operai, che hanno scelto il patteggiamento, sono stati condannati a pene comprese tra otto e dieci mesi di reclusione. Vennero però rinviati a giudizio gli altri quattro, decisi ad andare avanti con il rito ordinario. A dare il via all’inchiesta fu l’ex sindaco di Stroncone, Alberto Falcini. Con l’amministrazione che si era poi costituita parte civile. Nel provvedimento del giudice Maurizio Santoloci, arrivato in seguito alle indagini dei carabinieri, durate molti mesi, era emerso secondo l’accusa che gli operai, dopo aver timbrato il badge di entrata al lavoro, trascorrevano “una notevole porzione dell’orario di lavoro in attività personali (al bar o in altri luoghi non connessi al lavoro)”. Per l’accusa in qualche caso si faceva risultare presente personale assente totalmente dal servizio. Viene poi contestato “l’utilizzo indebito di mezzi del comune per fare la spesa durante il lavoro e per andare a casa, sempre durante l’orario di servizio. Qualcuno - si legge nel provvedimento - non ha lucrato sull’orario di lavoro ma ha agito in concorso timbrando il badge degli altri dipendenti al loro posto. In un momento di profonda crisi occupazionale - si legge ancora nell’ordinanza - appare un vero e proprio sfregio verso il proprio fortunato ruolo di dipendente pubblico retribuito abusare della propria posizione lavorativa, comportamenti che sono un affronto verso chi vive il dramma della disoccupazione». Delusa per la sentenza, l’avvocato che rappresentava il Comune di Stroncone Silvia Bartollini: «La tenuità del fatto - dice l’avvocato ternano - non doveva essere percorribile, vista tanto la ripetitività e la abitualità delle gravi condotte posti in essere dagli imputati, considerato altresì che gli eventi contestati una minima parte rispetto alla sistematicità della loro condotta, si deve tener conto anche della durata delle indagini che per motivi economici e per il pericolo di fuga delle notizie che sono durate solo una trentina di giorni».
LICENZIAMENTI CONFERMATI
Nel frattempo lo stesso tribunale di Terni aveva reputato legittimo il licenziamento di quattro dei sette operai arrestati all’epoca.

I giudici hanno respinto con due distinte ordinanze i ricorsi promossi davanti al giudice del lavoro dai dipendenti comunali licenziati.

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