Terni, offerte e ribassi
è scontro sui saldi mascherati

Terni, offerte e ribassi è scontro sui saldi mascherati
di Aurora Provantini
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Giovedì 16 Luglio 2020, 16:19
Sconti. Dal 50 al 70 per cento. Non c'è alcuna delibera relativa all'anticipazione dei saldi in Umbria, che slittano quest'anno al primo agosto per consentire ai commercianti di vendere la merce acquistata prima del lockdown a prezzo pieno. Eppure da inizio settimana le vetrine del centro di Terni e delle zone di periferia, sono tappezzate di manifesti che indicano ribassi inaspettati. La gente è in fila fuori dai negozi dall'orario di apertura fino a quello di chiusura, armata di mascherina e santa pazienza, perché ancora gli ingressi sono contingentati. Ma pur di accaparrarsi il vestito dei sogni a prezzi stracciati, sta volentieri al sole ad aspettare per ore. «Una follia», per qualcuno. «L'unico modo di vendere», per altri. Anche la grossa distribuzione mette in promozione moda mare, intimo, sandali e sneakers. Offerte, prendi cinque e paghi tre, il terzo articolo è in omaggio. Anche i solari vanno in sconto. E le profumerie fanno campagne di due giorni con ribassi del 30 per cento. «Si studia qualsiasi formula pur di far tonare la voglia di spendere alla gente». «Il punto è che essendo venuti a mancare gli eventi, essendo saltati i matrimoni e le comunioni, non c'è stato lo stimolo a rinnovare il guardaroba». «Molti professionisti e altrettanti dipendenti pubblici continuano a lavorare da casa. Se non escono non spendono né durante la pausa pranzo, né dopo l'orario di lavoro», così commenta Carla Mercorelli, del negozio di calzature in via Angeloni. «Mai come in questo momento si fa sentire la crisi». «Considerato che siamo restati chiusi per decreto quasi tre mesi - dice Mercorelli - e che i nostri clienti hanno perso l'abitudine di fare shopping, tutto sommato la ripartenza non è andata male.
Solo che nel nostro settore se qualcuno comincia ad applicare sconti importanti, tutti gli altri sono costretti a seguirlo. Io francamente sono contraria all'anticipazione dei saldi. Se la Regione Umbria in accordo con le associazioni di categoria indica una data, va rispettata». La ferita inferta dal lockdown ad un commercio già in crisi, ancora sanguina e lascerà una cicatrice profonda. Per Fabio Gregori (abbigliamento uomo donna) la cicatrice sarà «tremenda». «Quello che abbiamo perso lo abbiamo perso», dice. «La ripartenza è stata buona perché abbiamo ripreso da dove avevamo lasciato e sono state poche le giornate brutte. Solo che molti negoziati hanno riaperto con ribassi eccessivi e questo è sbagliato. Fino a quando c'erano i divieti a fare promozioni per i trenta giorni precedenti all'inizio dei saldi è andato tutto bene». Si saldi chi può, sembra essere lo slogan post Covid-19. La politica delle svendite è sicuramente dettata dalla necessità di smaltire il magazzino e fare cassa per creare liquidità. Lo spostamento delle scadenze a settembre graverà sulle esauste finanze di un'annualità disgraziata. E si teme che la riduzione dei consumi possa fiaccare ulteriormente il comparto. Daniele Stellati, direttore di Confesercenti, ricorda che «la partenza dei saldi è stata posticipata proprio per consentire alle attività di vendere la merce a prezzo pieno». «Se molti hanno scontato i capi di stagione da subito dichiara Stellati lo hanno fatto coprire le spese, dal momento che gli aiuti a sostegno delle imprese sono stati pochi e insufficienti».
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