Solo che nel nostro settore se qualcuno comincia ad applicare sconti importanti, tutti gli altri sono costretti a seguirlo. Io francamente sono contraria all'anticipazione dei saldi. Se la Regione Umbria in accordo con le associazioni di categoria indica una data, va rispettata». La ferita inferta dal lockdown ad un commercio già in crisi, ancora sanguina e lascerà una cicatrice profonda. Per Fabio Gregori (abbigliamento uomo donna) la cicatrice sarà «tremenda». «Quello che abbiamo perso lo abbiamo perso», dice. «La ripartenza è stata buona perché abbiamo ripreso da dove avevamo lasciato e sono state poche le giornate brutte. Solo che molti negoziati hanno riaperto con ribassi eccessivi e questo è sbagliato. Fino a quando c'erano i divieti a fare promozioni per i trenta giorni precedenti all'inizio dei saldi è andato tutto bene». Si saldi chi può, sembra essere lo slogan post Covid-19. La politica delle svendite è sicuramente dettata dalla necessità di smaltire il magazzino e fare cassa per creare liquidità. Lo spostamento delle scadenze a settembre graverà sulle esauste finanze di un'annualità disgraziata. E si teme che la riduzione dei consumi possa fiaccare ulteriormente il comparto. Daniele Stellati, direttore di Confesercenti, ricorda che «la partenza dei saldi è stata posticipata proprio per consentire alle attività di vendere la merce a prezzo pieno». «Se molti hanno scontato i capi di stagione da subito dichiara Stellati lo hanno fatto coprire le spese, dal momento che gli aiuti a sostegno delle imprese sono stati pochi e insufficienti».
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