Aprire dopo il lockdown:
«Ci vuole tanto coraggio»

Lo chef Vincenzo Pesci
di Aurora Provantini
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Sabato 6 Giugno 2020, 10:53 - Ultimo aggiornamento: 10:54
TERNI «Ci vuole coraggio». In questo momento difficile di ripartenza per l’economia, in cui molti commercianti già provati dalla crisi abbassano definitivamente le saracinesche e alcuni ristoratori aspettano ancora un po’ prima di riaprire, c’è chi avvia una nuova attività.
Le chiusure programmate per fine 2020 vengono anticipate ad aprile, considerata la perdita di fatturato causata dal lockdown, e il sogno di tanti di investire su sé stessi si realizza proprio adesso. Vincenzo Pesci, 49 anni, sta per aprire “Piada più”. «Non voglio andare controcorrente o sfidare la sorte - dice Pesci - per quanto mi riguarda si tratta semplicemente di un sogno che si avvera». Vincenzo un lavoro già ce l’ha, ed è proprio grazie a quel posto che da Napoli si trasferisce a Terni 15 anni fa, diventando responsabile di settore in un grande magazzino di elettronica. La passione per la cucina lo porta comunque a frequentare vari corsi, anche alla “Chef Academy”, poi decide di subentrare ad una piadineria del centro, e partire da lì per la sua nuova avventura.
«Il mio progetto prevede di creare un locale dove puoi scegliere piatti genuini, creati al momento, da consumare per strada o in ufficio». Erano mesi che cercava il locale giusto, poi ne individua uno che può fare il caso suo: “Piada”, in piazza San Francesco. Per dare continuità all’esercizio che rileva, conserva il precedente nome e aggiunge un “più”:«farò piadine e in più cannelloni, che sono il mio pezzo forte». 
La sua idea di proporre piatti da asporto in confezioni monodose con tanto di posate usa e getta, è precedente al Covid-19, eppure sembra studiata apposta per il tempo che verrà. «Ci vuole coraggio per decidere di aprire una nuova attività, al giorno d’oggi» – ammette Vincenzo.
«Ma io amo magiare cose buone e sane, perciò mi sono detto che se la maggioranza la pensa come me, il gioco è fatto». Per ora sceglie di ridurre le ore al lavoro, senza licenziarsi. «L’inaugurazione è prevista per fine giugno - spiega - e per allora avrò assunto un dipendente, perché io mi dovrò dividere tra il nuovo locale e il mio attuale impiego. Poi se le cose andranno come spero, mi butterò a capofitto sulla ristorazione». Il suo modello è quello americano: una sorta di street food all’italiana, dove puoi scegliere il condimento o il ripieno di un primo, anziché la salsa di un hot dog, e portartelo via. Altro esempio di coraggio è quello di Elena Tudoran, che apre il “Gioia Caffè” il 18 maggio scorso. Arriva in Italia dalla Romania quando compie la maggiore età e adesso che ha 26 anni, ha al suo attivo un’impresa edile e un progetto chiaro: «vorrei contribuire a far rinascere il centro di Terni, già bello e pianeggiante di suo, ma che ha bisogno di essere valorizzato, per questo mi sono prefissata l’obiettivo di aprire un’attività ogni anno, investendo nel centro cittadino». Elena infatti rileva il bar in via della Galleria Nuova e lo ristruttura. Mette in campo una squadra di giovanissimi (Alessia, Giorgia, Larissa, Luca e Simona) che con divisa, guanti e mascherine, serve i clienti seguendo le regole anti Covid-19. «Approfitterò del fatto che non si paga l’occupazione del suolo pubblico per aggiungere nuovi tavoli all’aperto e proporre drink accompagnati da taglieri di frutta fresca, armata di grinta e buona volontà».
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