Coronavirus, col megafono e sui social, sindaci in prima fila. E c'è chi requisisce anche gli asparagi

Fabio Di Gioia, sindaco di Arrone
di Aurora Provantini e Vanna Ugolini
4 Minuti di Lettura
Lunedì 30 Marzo 2020, 18:55 - Ultimo aggiornamento: 22:08

Li vediamo aggirarsi nei parchi come fossero sceriffi. Li sentiamo parlare in dialetto al megafono e pubblicare videomessaggi di rassicurazione. Sono i sindaci dei comuni dell'Umbria del sud, pezzi del sistema sotto pressione, che si schierano in prima linea, con la fascia tricolore. Chiamati ad uno sforzo senza precedenti, convinti che mantenere un rapporto diretto con i propri concittadini sia fondamentale. Nei piccoli comuni non c'è residente che non abbia il numero di cellulare del proprio sindaco.

Coronavirus, reddito di emergenza a 6 milioni di italiani: assegno si alza a 800 euro al mese

Come ad Arrone, dove Fabio Di Gioia, classe 1980, è costretto a ricaricare il suo telefonino tre volte al giorno: «Giro con la mia auto a finestrino aperto e megafono acceso. Strillo come un pazzo. Vado a braccio, e a seconda delle zone, saluto un amico o incoraggio chi è più stressato. Anche se ho chiuso i parchi, è difficile pretendere che non si vada a fare una passeggiata in Valnerina. Molti mi chiamano per essere autorizzati ad andare a raccogliere gli asparagi. La risposta è negativa, ma non per questo divento il sindaco cattivo. I controlli sono costanti e la comunicazione sta funzionando. Sono un sindaco che ci sta mettendo la faccia. Vado sul campo a verificare che le misure restrittive vengano rispettate».

A Caprarola spopola “Io resto a casa”, la sit-com in dialetto che regala sorrisi


Con audio whatsapp e dirette streaming, Francesco De Rebotti, sindaco di Narni, è anche lui in trincea: «In questa situazione inedita ho cercato di caricarmi sulle spalle la comunità, che ha bisogno non soltanto di chi gli ricorda le regole da rispettare, cosa che comunque cerco di fare anche in maniera scanzonata. Nel senso che a chi mi chiede se può andare ad asparagi io rispondo vai pure, poi te li requisisco».
«Sui social do appuntamenti cadenzati - dice De Rebotti - per aggiornare tutti rispetto ai nuovi casi di contagio e per far sentire a chi sta male la solidarietà di noi narnesi. La gente ha bisogno di essere rassicurata e guidata, perché questa emergenza disorienta, generando un'angoscia che va gestita». De Rebotti, davvero in trincea, va davanti ai supermercati a parlare con la gente, si rifornisce di mascherine che consegna alle persone anziane, e come presidente dell'Anci cerca di coordinare il lavoro di tutti i sindaci, come lui sotto pressione.

Amelia, c'è il primo guarito dal Coronavirus

Laura Pernazza, sindaca di Amelia, arriva «nelle case degli amerini con messaggi telefonici e chiamate al fisso, utilizzando i numeri registrati su Alert System». «Pubblico videomessaggi e vado nelle frazioni in auto col megafono a tutto volume, a raccomandarmi di restare a casa. Sono anche commercialista e vivo questa epidemia con la doppia preoccupazione: per la salute dei cittadini e per il loro futuro, perché molte attività vogliono già chiudere».
Con apposita delibera sposta tutte le scadenze tributarie al 30 giugno, e sopprime il pagamento per mensa e trasporto scolastico.

Coronavirus Italia, Locatelli (Css): in calo positivi e ricoveri in rianimazione. Borrelli: record assoluto di guariti

Roberta Tardani, sindaca di Orvieto, con 38 casi già riscontrati, assicura che «questo brutto momento passerà». «Le attività amministrative sono state stravolte dice Tardani - e sono state ridefinite le priorità. Le mie giornate sono scandite dagli incontri al Coc (centro operativo comunale, ndr), dal monitoraggio dell'evolversi della situazione sanitaria, dai confronti con Asl e Ospedale. Stiamo comunicando ora dopo ora ai cittadini tutte le informazioni, sfruttando i canali social istituzionali, i mezzi d'informazione, e raggiungiamo al telefono la popolazione più anziana. Stiamo pensando all'immediato, predisponendo misure di sostegno a imprese e famiglie, ma anche al futuro, perché quando tutto questo sarà finito dovremmo essere in grado di ripartire velocemente».

Fabio Angelucci, sindaco di Montecastrilli, ha affrontato tutto questo per primo (si è registrato nel suo comune il primo caso di Covid-19 dell'Umbria): «Ogni sindaco ha la responsabilità di tutelare la salute pubblica dei propri cittadini. Rispondo ad oltre 200 telefonate al giorno. Comunico tutte le notizie sul sito del Comune e le faccio veicolare sui vari gruppi whatsapp».
 

 


Anche Giovanni Montani, sindaco di Acquasparta, è uno che privilegia la comunicazione diretta: sito istituzionale e megafono. In più individua uno psicologo che si mette a disposizione della collettività online.

Luciano Clementella (San Gemini), ammette che: «Fare il sindaco in piena pandemia assume un valore nuovo. Anzitutto di salvaguardia della popolazione. Cerco di aggiornare i sangeminesi con tutti i mezzi possibili, e devo ammettere che lo strumento del megafono sembra il più apprezzato, sebbene mi rimandi alle propagande elettorali di quando ero ragazzo».
 
 

 

© RIPRODUZIONE RISERVATA