Concorso caos al Comune:
domande a piacere
per scegliere super-dirigente

Concorso caos al Comune: domande a piacere per scegliere super-dirigente
di Federico Fabrizi
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Domenica 16 Novembre 2014, 16:36 - Ultimo aggiornamento: 18:11
CITTA' DI CASTELLO - Tra le domande della commissione ce n'era una che faceva così: «Motivazioni e aspettative alla base della scelta» di ricoprire quel posto. È una

delle domande a cui hanno risposto i candidati all'incarico di dirigente a tempo determinato per l'area “Servizi alla persona, con particolare riguardo allepolitiche sociali ed educative” (scritto proprio così) del Comune di Città di Castello. Un incarico di tre anni, a partire dallo scorso primo settembre.

Si tratta di una selezione per dirigente fatta in due sole mosse: esame dei curricula e colloquio.

Nient'altro. Ma evidentemente di quel tassello il sindaco Luciano Bacchetta aveva davvero bisogno per far funzionare la macchina amministrativa. Infatti, tre giorni prima che il nuovo assunto iniziasse regolarmente il suo lavoro - il 27 agosto scorso - il sindaco ha sistemato sotto quel ruolo di dirigenza un super-settore nel quale sono infilate “politiche sociali, istruzione, commercio, turismo e politiche economiche”. Tutto affidato al neo-assunto.



Per quella selezione ora arriva un ricorso al Tar: uno dei candidati esclusi - assistito dall'avvocato Marzio Vaccari - chiede di annullare tutto. Nella ventina di pagine di cui si dovranno occupare i giudici si fa riferimento anche al fatto che la commissione ha individuato i criteri per assegnare i voti solo dopo che i plichi erano stati aperti.



La vicenda della “super-selezione” di Città di Castello era stata sollevata anche dal consigliere regionale Andrea Lignani Marchesani (Fdi): «Strumento curioso», aveva detto lui.



La storia inizia lo scorso primo aprile quando una determina del Comune di Città di Castello vara la selezione «per un incarico di direzione appartenente all'area dei servizi alla persona con particolare riguardo a politiche sociali ed educative». Si fa così: la prima scrematura degli idonei, poi il voto ai curricula e per finire i colloqui. Un mese dopo scade il termine per la presentazione delle domande. Ne arrivano venticinque. Il 13 giugno ecco il

secondo passo: un'altra determina del Comune con cui vengono ritenuti idonei solo quattordici candidati.

Quello stesso giorno si insedia la commissione d'esame - nominata una settimana prima - e proprio lì, in quella seduta, i commissari decidono di stabilire regole e criteri per assegnare i voti durante la selezione.



Attenzione, voti per i curricula - che erano stati già “scremati” dal Municipio - e per i colloqui. Secondo la tesi di chi ha presentato il ricorso qui starebbe una delle tante anomalie: le regole vanno fissate in anticipo. Sta di fatto che a luglio la commissione valuta i curricula dei candidati e poi parte con i colloqui.



Le domande sono per tutti uguali: dalle «esperienze significative del candidato», passando ai «propri punti di forza e debolezza nella prospettiva del ruolo di dirigente». Quindi ancora: «le caratteristiche della leadership e l'importanza dell'innovazione nella dirigenza». Ed anche, va detto: «Motivazioni e aspettative ... e la progettazione di un intervento nelle aree delle politiche sociali».



A fine agosto il vincitore della selezione -

regolarmente al suo posto - firma il contratto
triennale con il Comune di Città di Castello. Praticamente negli stessi giorni, il primo cittadino disegna la nuova mappa degli uffici comunali, affidando al neo assunto la posizione dirigenziale del settore “politiche sociali, istruzione, commercio, turismo e politiche economiche”. Una super-dirigenza che per un Comune come Città di Castello tra indennità e premi supera i 70mila euro lordi all'anno.
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