Terni, abbattuto un cinghiale gigante. «Pesa oltre 200 chili, è il più grande di sempre»

Terni, abbattuto un cinghiale gigante. «Pesa oltre 200 chili, è il più grande di sempre»
di Francesca Tomassini
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Sabato 19 Giugno 2021, 08:03 - Ultimo aggiornamento: 20 Giugno, 12:45

Abbattuto un cinghiale da record. Un bestione di 206 kg, il più grande che sia mai stato ucciso in tutta la Provincia di Terni che conferisce ad Alessandro Rosati e Matteo Milioni, due cacciatori di 25 e 26 anni, il primato provinciale assoluto. Si tratta del risultato di un appostamento finalizzato al “controllo della specie cinghiale su colture in atto per danni”. Un’annosa questione che ogni anno di questi tempi fa i suoi prigionieri. Da un lato gli agricoltori che vedono sfumare sotto i loro occhi mesi di spese e fatiche e invocano controlli e interventi per limitare i danni, dall’altro i detrattori di questa pratica che non vedono di buon occhio la possibilità di abbattere gli animali nonostante la stagione venatoria sia finita. 

Il cinghiale e gli appostamenti

«La caccia è chiusa -precisa Alessandro che ha materialmente abbattuto il cinghiale- ma noi abbiamo l’autorizzazione degli enti preposti per procedere». Il sistema si attiva a fronte della presentazione da parte di agricoltori o allevatori, di una denuncia all’Atc di Terni che a sua volta delega i capi distretto. Ognuno dei quali opera su diversi ettari. Il resto si svolge sul campo. Si comincia con gli appostamenti, di solito a gruppi di quattro consecutivi, fino a che non si raggiunge il risultato, eliminare gli esemplari che provocano i danni. «In questo caso - spiega Alessandro -un agricoltore di Castel dell’Aquila aveva presentato denuncia per danni da cinghiale sui suoi campi seminati a favino.

Io e Matteo siamo scesi in campo l’altra sera verso il tramonto e ci siamo messi in attesa. I cani abbaiavano, non era una situazione tranquilla anche perchè eravamo praticamente attaccati alle case. Ma il cinghiale è arrivato lo stesso. Evidentemente era un abituè della “compagnia”. E’ saltato fuori come un gatto e l’abbiamo preso». 

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Una stazza enorme in un esemplare fuori dal comune. «Per dare un’idea -continua Rosati- un cinghiale maremmano arriva a pesare al massimo 80 kg. Questo, che avrà avuto comunque circa dieci anni, un’età ragguardevole considerata l’aspettativa di vita media (caccia inclusa ndr), era sicuramente il risultato di incroci che sono iniziati tanti anni fa dopo l’introduzione sul territorio di esemplari ungheresi, molto più grossi e prolifici dei nostri, quando io probabilmente nemmeno ero nato». Ad alimentare accrescimento e numero di esemplari ci sarebbero stati anche altri fattori. «Probabilmente -racconta ancora il giovane cacciatore- negli anni ci sono stati accoppiamenti anche fra cinghiali e maiali allevati allo stato brado. Questo si nota dalla stazza e dall’incremento progressivo del numero di maialini partoriti». Una vera e propria invasione, come confermato anche dalle diverse associazioni di categoria che operano sul territorio, che sempre più spesso mette in difficoltà chi di agricoltura ci vive.

 

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