Cibo e buoni per celiaci: Perugia, truffa da 400mila euro

Cibo e buoni per celiaci: Perugia, truffa da 400mila euro
di Enzo Beretta
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Lunedì 7 Febbraio 2022, 18:34

PERUGIA - Una società di Corciano che commercializza prodotti senza glutine e la sua legale rappresentante, una romena di 41 anni, sono indagati con l’accusa di truffa dalla Procura di Perugia che li ritiene responsabili di aver «indotto in errore la Usl di Perugia sul rimborso del prezzo di alimenti dispensati a soggetti celiaci». Gli importi stimati dalla Usl sono imponenti: negli atti giudiziari si legge che per il quadriennio che va dal 2016 al 2019 il presunto ingiusto profitto ammonterebbe a oltre 415 mila euro («incrementando le vendite di altri e diversi prodotti»). Il sostituto procuratore Gennaro Iannarone contesta una serie di violazioni formali che avrebbero portato all’erogazione da parte del Sistema sanitario nazionale di «somme non spettanti» alla società corcianese: in primo luogo - stando alla ricostruzione - sarebbe stata violata la norma che riconosce il diritto ai soggetti affetti da celiachia all’erogazione gratuita di prodotti dietoterapeutici senza glutine» e poi quell’altra che «prevede il rilascio ai soggetti celiaci di 'buoni spesa' validi esclusivamente nel mese di riferimento».

Dalle indagini è emerso che per «fidelizzare» i clienti veniva applicato «un bonus del 10 per cento ai celiaci che spendevano l’intero contributo mensile presso la società indagata», cosa che consentiva loro di «acquistare, con il credito maturato in forza della cessione del contributo, prodotti diversi da quelli previsti nel Registro nazionale dei prodotti».

In questa maniera - si legge ancora nelle carte - venivano formate «false fustelle a lettura ottica apposte ai moduli di rimborso di prodotti non effettivamente erogati a soggetti aventi diritto o comunque diversi da quelli erogabili a spese del Sistema sanitario nazionale». Insomma, venivano venduti prodotti in tutto o in parte diversi, e richiesto il rimborso alla Usl per prodotti effettivamente non erogati agli aventi diritto. L’imputata e la società sono difese, rispettivamente, dall’avvocato Chiara Brunori e Serena Brachetti (d’ufficio); la Usl Umbria 1 di Perugia, assistita dall’avvocato Vincenzo Maccarone, è considerata persona offesa nel procedimento penale incardinato davanti al giudice per l’udienza preliminare Piercarlo Frabotta.

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