Passa la Marini (tutti i rimasti in sala alle otto di sera sono a favore, tranne due astenuti e i nove civatiani contrari) ma non passa la tattica del segretario regionale Giacomo Leonelli. Lui puntava a
tenere la presidente ma cambiare a prescindere l'intera giunta e il 70 per cento dei consiglieri regionali. E poi resta la clausola primarie: se entro 10 giorni qualcuno si presenta con un bel pacco di firme si faranno.
L'ordine del giorno di Leonelli verrà silurato da un emendamento scritto a quattro mani dal deputato Giampiero Giulietti (giovane turco) e da Luca Barberini (bocciano doc) che in sintesi dice così: «Salvo decisioni della direzione che tengano conto di territorialità, rappresentatività... e per le deroghe c'è lo statuto e la direzione».
Dibattito e tante idee diverse anche a proposito della legge elettorale: cinque collegi, per Valentino Filippetti, mai e poi mai uno solo per i ternani... il risultato è che la direzione regionale tornerà a parlarne anche se il testo della legge è già in commissione al consiglio regionale.
Il servizio completo nel Messaggero in edicola o all'indirizzo Messaggero digital
© RIPRODUZIONE RISERVATA