Senza stipendio da febbraio, la banca
nega l’anticipo della cassa integrazione

Senza stipendio da febbraio, la banca nega l’anticipo della cassa integrazione
di Nicoletta Gigi
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Domenica 17 Maggio 2020, 10:45 - Ultimo aggiornamento: 11:18
Franco è andato in banca con la certezza che avrebbe ottenuto l’anticipo della cassa integrazione senza difficoltà. E invece ha scoperto, non senza sorpresa, che quel pagamento gli è stato negato. La ragione, si affretteranno a spiegare gli impiegati dell’istituto di credito, è legata al fatto che non ha avuto continuità nel pagamento degli stipendi. «Sono rimasto senza parole di fronte a questa brutta sorpresa. Oltre al danno anche la beffa» dice Franco, 67 anni, ternano, un lavoro da funzionario amministrativo in un’azienda di trasporti umbra con 28 dipendenti che da molto tempo è nella morsa della crisi. L’ultimo stipendio l’ha percepito a febbraio, poi lo stop, causato da annose difficoltà. E proprio il mancato pagamento degli stipendi da marzo in poi sarebbe, per la sua banca, alla base del motivo che gli impedirà di ottenere l’anticipo del trattamento integrativo della retribuzione. «L’azienda è in sofferenza e da dicembre scorso noi non abbiamo più percepito lo stipendio - racconta Franco. Dopo una trattativa sindacale siamo riusciti ad ottenere il pagamento fino a febbraio e, stando agli accordi, dovremmo recuperare quello che manca con acconti da qui a sette mesi. Poi è arrivata l’emergenza covid- 19, che ha complicato la situazione».
Il 23 marzo Franco e i suoi colleghi vengono messi in cassa integrazione. Andare avanti nella gestione della vita quotidiana è sempre più difficile ma poi sembra aprirsi uno spiraglio: «Quando ho saputo che le banche potevano erogare l’anticipo della cassa ho subito fatto richieste per accedere a questo beneficio - dice. Ho consegnato tutta la documentazione, le buste paga, ma venerdì ho ricevuto la risposta negativa della banca. Dicono di non poter erogare l’anticipo della cassa perché per diversi mesi non ho percepito lo stipendio. E che si sono succedute diverse società che rendono più complicato il pagamento di quello che mi spetta». Una doccia fredda: «Parlano tanto di sostegno ai lavoratori garantito dallo Stato e invece i fatti sono ben diversi. E se è vero che lo Stato garantisce questi pagamenti non comprendo perché le banche decidano di agire in questo modo. Altri amici sono in attesa della cassa, una chimera. Le banche potevano essere un’ancora di salvezza ma cosi non è». Intanto, l’impiegato ha denunciato l’azienda all’ispettorato provinciale perché accerti se ci siano state irregolarità nella gestione dei rapporti di lavoro.
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