«Caso Duchini, corruzione con soldi e vacanze». La difesa: «E' innocente»

«Caso Duchini, corruzione con soldi e vacanze». La difesa: «E' innocente»
di Enzo Beretta
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Mercoledì 23 Ottobre 2019, 19:01 - Ultimo aggiornamento: 19:07

PERUGIA - Pesa, contro l’ex aggiunto di Perugia Antonella Duchini, anche l’accusa di corruzione in atti giudiziari. E’ l’ultimo capitolo scritto dai pubblici ministeri di Firenze che oltre un anno e mezzo fa hanno iniziato l’indagine che nell’estate del 2018 ha portato al trasferimento del magistrato alla Corte d’appello di Ancona. Ormai prossima alla pensione (ne ha fatto richiesta con Quota 100) con ogni probabilità l’ex pm antimafia deciderà di farsi interrogare dai colleghi fiorentini i quali sulla scorta di alcune intercettazioni telefoniche registrate nel corso di un’altra indagine siciliana riguardante il suo fidato collaboratore Orazio Gisabella, già in servizio al Ros di Perugia, hanno svolto accertamenti, raccolto testimonianze e depositato nei giorni scorsi l’avviso 415 bis in cui spicca il nome del re del cemento Carlo Colaiacovo (accusato di concorso in  rivelazione e abuso d’ufficio, contro il quale Franco e Giuseppe Colaiacovo pensano di costituirsi parte civile attraverso l’avvocato David Brunelli).

«La lettura delle contestazioni formulate a carico di Duchini e Gisabella - spiegano in una nota gli avvocati Nicola Di Mario e Michele Nannarone - evidenzia delle criticità di contenuto che riguardano l'inquadramento giuridico della vicenda e la ricostruzione del suo profilo storico fattuale. Riservando alle sedi competenti ogni approfondito contraddittorio sull'infondatezza degli addebiti mossi dalla Procura della Repubblica di Firenze notiamo fin d’ora che dalla descrizione dei comportamenti operata dagli organi inquirenti emerge un assoluto difetto degli elementi costitutivi dei reati». Concludono i legali: «Segnaliamo, infine, che le contestazioni di peculato riguardano decreti di liquidazione compensi per attività di consulenze tecniche svolte in modo effettivo e corretto e, perciò, doverosamente retribuite».

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